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Polizia Usa razzista. Le sfortune di un produttore, ma nero

Fermato e trattenuto sei ore perchè la descrizione di «alto, calvo e nero» coincideva con quella di un rapinatore che aveva appena derubato una banca. In realtà era un produttore cinematografico che stava andando a una festa pre-Emmy.

Succede a Los Angeles: il malcapitato, Charles Belk, 51 anni, stava correndo verso il parchimetro perchè stava scadendo l’ora e non voleva prendere una multa. Il produttore aveva appena finito di pranzare in un ristorante vicino a una banca dove poco prima era stata compiuta una rapina. I suoi abiti coincidevano con quelli forniti nella descrizione della polizia e così anche le «caratteristiche fisiche».

«In realtà – ha raccontato Belk alla Cnn -, le uniche cose che corrispondevano è il fatto che sono nero, alto e calvo». I poliziotti lo hanno fermato e trattenuto per sei ore «senza leggermi i diritti, nè tantomeno farmi chiamare l’avvocato».

Alla fine l’equivoco è stato chiarito dopo che la polizia ha esaminato il video della rapina, ma non mancano le accuse e le polemiche contro la polizia, soprattutto dopo il caso del 18enne nero Michael Brown, ucciso da un agente. La polizia ha ammesso poi le lacune nell’arresto di Belk. «Possiamo sempre migliorare», si è limitato a dire il sergente Max Subin.

Consigliamo le repliche dell’antico programma Rai “Non è mai troppo tardi”…

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