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Sudafrica: l’economia rallenta, il governo impone l’austerity

Di fronte alla crisi anche il Sudafrica ora scopre l’austerity. Nel cosiddetto discorso ‘di medio termine’ sul bilancio, il ministro delle Finanze sudafricano Nhlanhla Nene ha annunciato ai deputati – e con loro a tutti i sudafricani – un futuro fatto di tagli alle spese e tasse in crescita.
Il ministro ha delineato una “roadmap per la salvaguardia delle finanze pubbliche” che ha come scopo la riduzione del deficit (oggi al 4,1% del pil) e stabilizzare il debito, che secondo le previsioni, senza nessun intervento, dovrebbe raggiungere i 4200 miliardi di rand (oltre 296 miliardi di euro) nel 2017/18.
I dettagli sulle nuove imposte e sui tagli alle spese saranno contenuti nel documento sul bilancio di febbraio, ma i sacrifici richiesti ai sudafricani potrebbero essere consistenti: dalle tasse ci si aspetta un gettito extra di 12, 15 e 17 miliardi di rand (850 milioni, 1 miliardo e 1,2 miliardi) rispettivamente nel 2016, 2017 e 2018.
Quanto ai tagli delle spese, quelle governative saranno ridotte dell’equivalente di 1,76 miliardi di euro in due anni. Questo, insiste il governo, avverrà eliminando ‘beni e servizi non essenziali’. Tuttavia il quadro tracciato da Nene è serio: a fronte di una crescita media del 5% del pil africano (dati FMI) prevista per quest’anno, l’economia del Sudafrica si fermerà ad un più modesto +1,4%. Leggeri miglioramenti nel 2015 (+2,5%) e 2016 (+2,8%).

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