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Germania ferma, Francia in recessione

La Germania sta diventando il freno d’Europa, anche dal punto di vista puramente capitalistico. E i vantaggi che ha tratto per quasi venti anni dala sua posizione “rigorista” si stanno rovesciando al suo interno.

La conferma dele fase recessiva della produzione tedesca è arrivata stamattina dalla pubblicazione degli indici Pmi (Purchase managers index, che descrive le attività degli “uffici acquisti” aziendali e quindi anticipa le tendenze produttive nel breve-medio periodo). Quello tedesco, nel mese di novemebre, si è abbassato ancora, a quota 52,1 (era a 53,9 in Ottobre).

Soprattutto l’indice manifatturiero, considerato quello centrale per l’economia di Berlino, è caduto a 50 punti: ovvero proprio sul limite convenzionale che divide un’economia in recessione da una in espansione. Anche il settore dei servizi è sceso, ma un livello appena superiore: 52,1 punti rispetto ai 54,4 del mese precedente.
In Francia la situazione è anche peggiore, visto che l’analogo indice si è confermato ancora una volta al di sotto dei 50 punti (48,2, dal 48,4 di ottobre).

In tutta l’eurozona il Pmi è diminuito a quota 51,4, molto peggio delle “aspettative degli analisti”.

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