Violenta sortita anti Islam in Repubblica ceca da parte del leader di destra e deputato Tomio Okamura (di origini giapponesi), che ha invitato pubblicamente i cittadini ad adottare espliciti atteggiamenti di provocazione nei confronti dei musulmani, “per esempio portando i maiali al pascolo davanti alle moschee, perché non c’è nulla di illegale nel nostro ordinamento nel passeggiare con un suino al guinzaglio”. Una vera e propria sfida, diretta ad alimentare fra la popolazione ceca l’intolleranza nei confronti del mondo islamico, in un paese nel quale – a ben vedere – la presenza musulmana è di carattere del tutto marginale rispetto a quanto avviene negli altri Paesi europei. Si calcola che solo lo 0,1% della popolazione ceca sia di religione islamica e in tutta la Repubblica ceca risultano esserci solo due moschee, una a Praga e l’altra a Brno.
Eppure Okamura, capo del movimento di destra e xenofobo “Usvit prime demokracie” (L’alba della democrazia diretta), ha appena divulgato via Facebook un decalogo mirato a scongiurare, ha detto, “i rischi della diffusione dell’Islam nel nostro Paese”.
“Dobbiamo essere chiari nel dire che la nostra ospitalità ha dei limiti e non possiamo sottrarci alla responsabilità di decidere quale sarà il mondo nel quale vivranno in futuro i nostri figli. Perché – altro suggerimento di Okamura ai cittadini, boicottare il cibo arabo – anche evitando di mangiare i kebab, possiamo evitare che i burqa abbiano via libera qui da noi”.
Il leader di Usvit ha precisato che nel suo “decalogo anti Islam” non c’è nulla di contrario all’ordinamento ceco e di essersi consultato con il suo compagno di partito Jiri Kobza, ex diplomatico, ex incaricato d’affari ceco in Iran ed esperto di Islam.
Una vera e propria campagna xenofoba, per nutrire fra la popolazione un atteggiamento di insofferenza verso l’Islam, che secondo alcuni osservatori comincia a diventare un fenomeno più pericoloso della radicata intolleranza nei confronti dei Rom, una minoranza che in Repubblica ceca è composta da quasi 300 mila persone, circa il 3% della popolazione da sempre oggetto di discriminazione.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa