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Atene, le lavoratrici delle pulizie licenziate: “Speriamo in Tsipras”

Si chiamano Fotini, Despina, Katerina e Maria, e da un anno e mezzo, insieme a decine di altre colleghe addette alle pulizie, presidiano con tende, striscioni, una stufa ed anche una piccola tv il ministero delle Finanze, che le ha licenziate. Ma oggi, queste combattive donne diventate il simbolo stesso della resistenza all’austerità e ai tagli – il loro ‘logo’, un guanto di gomma rosso, campeggia su poster e cartoline che si possono prendere con un’offerta – hanno una speranza: “Siamo fiduciose nel governo Syriza-Anel. Avranno bisogno di tempo, non hanno la bacchetta magica. Ma noi siamo fiduciose. E se ci deluderanno, continueremo, non ci fermeremo”, spiega Despina.

Accanto a loro, al tavolino dove in molti lasciano qualche moneta in sostegno alla lotta, si può anche prendere una saponetta, sempre col simbolo del guanto rosso: le hanno fatte ragazzi di una scuola ateniese. “Sapone tutto naturale”, garantiscono. Oggi molti che passano chiedono cosa ne pensano della vittoria di Alexis Tsipras, dell’alleanza con i Greci Indipendenti di Panos Kammenos. E loro mostrano incrollabile ottimismo.

In tutta la Grecia sono state circa 600 le donne delle pulizie dipendenti del settore pubblico mandate a casa a causa delle leggi introdotte sotto l’ombrello del Memorandum, che hanno consentito il taglio. Guadagnavano dai 300 ai 650 euro al mese a seconda dell’anzianità, e ora hanno solo l’indennità di disoccupazione, pari al 75% di quelle cifre. “Per molte di noi, coi nostri mariti disoccupati, spesso con figli, quello è l’unico introito. Ma come si fa a vivere con quei soldi?”, dice Foteini.

Erano in piazza con i loro striscioni insieme a Syriza, prima e dopo la vittoria del 25 gennaio, e ora si aspettano che questo governo ripaghi questo appoggio incondizionato. Syriza dovrebbe mettere mano in tempi brevi alle leggi sui licenziamenti, e c’è più che una speranza che alle signore delle pulizie venga ridato il lavoro. “In questo anno e mezzo abbiamo sofferto di tutto, freddo, pioggia, cariche della polizia, con molte di noi finite in ospedale anche con ferite serie. Da un po’ di tempo qualcosa è cambiato, ma ogni tanto ci tolgono la luce, che viene dall’interno del Ministero”, dice Katerina. “Siamo qui per le nostre colleghe di tutta la Grecia e per tutti i greci, che ora sperano. E non ci muoveremo fino a quando avremo vinto”, promette Maria.

Patrizio Nissirio, fonte ANSAmed

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