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Turchia. La sinistra radicale e i curdi sperano nell’effetto Syriza

Galvanizzato dalla vittoria elettorale di Alexis Tsipras, il Partito democratico dei popoli (Hdp) spera che l’effetto Syriza arrivi anche in Turchia che a giugno è chiamata a rinnovare il suo parlamento. “L’Hdp ha iniziato il suo cammino verso il governo proprio come Syriza” ha dichiarato il co-segretario della coalizione tra sinistra curda e sinistra radicale turca, Selahattin Demirtas, in un’intervista pubblicata dal quotidiano curdo Ozgur Gundem. Il partito, che mira a superare la altissima soglia di sbarramento elettorale, fissata in Turchia al 10%, si candida a diventare il principale movimento d’opposizione al liberal-islamista Partito della giustizia e dello sviluppo (Akp) del presidente Recep Tayyip Erdogan e del premier Davutoglu.

Il successo della sinistra greca non è passato inosservato in Turchia. I principali quotidiani hanno dato spazio in prima pagina alla vittoria di Syriza. “Al potere il ragazzo ribelle” titola il quotidiano Hurriyet, “Sinistra radicale al governo” scrive Milliyet e per Cumhurriyet, giornale del principale partito d’opposizione in Grecia: “La speranza ha scritto la storia”. “Intendiamo lavorare con la Grecia per ridurre i conflitti e riprendere le trattative su Cipro e Syriza condivide quest’opinione” ha dichiarato, dal canto suo il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu, in una conferenza stampa con l’omologo ungherese Peter Szijjarto.
Il primo a congratularsi con il neo-premier Tsipras, però, è stato il segretario dell’Hdp Demirtas con un messaggio su twitter, in turco e in greco. Il partito è nato nel 2012 dall’accordo tra il curdo Partito della democrazia e della pace (Bdp), espressione del movimento di liberazione curdo di Turchia, alcune formazioni della sinistra radicale turca e gruppi femministi, ecologisti e Lgbt, oltre che diverse organizzazioni delle minoranze etnico-religiose turche come armeni e aleviti.

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