La Corte di cassazione egiziana ha annullato il non luogo a procedere nei confronti dell’ex presidente Hosni Mubarak per le accuse relative all’uccisione di oltre 850 manifestanti durante la rivoluzione del gennaio 2011. Il tribunale ha accolto un ricorso annullando il verdetto di assoluzione della Corte d’Assise per decadimento delle accuse per l’ex presidente, i suoi due figli Alaa e Gamal e per i suoi collaboratori di partito. L’apertura di un nuovo processo è stata disposta per il 5 novembre.
I nuovi processi si terranno davanti alla stessa Corte di Cassazione e i verdetti – riferisce il quotidiano Al Ahram – saranno definitivi e inappellabili. La Cassazione ha invece confermato l’assoluzione nei confronti dell’uomo d’affari latitante Hussein Salem, l’ex ministro dell’Interno Habib el Adli e sei suoi assistenti. La decisione, anche in questo caso, è inappellabile e dunque gli imputati non potranno essere riprocessati.
Al potere dal 1980 al 2011, Mubarak ha già trascorso tre anni in detenzione. L’ottantasettenne ex capo di Staro era stato inizialmente condannato all’ergastolo nel 2012 per concorso nell’uccisione dei manifestanti durante i 18 giorni di rivolta nel gennaio 2011, ma una corte d’appello aveva successivamente annullato la sentenza e ordinato un nuovo processo.
A novembre 2014, in un nuovo processo fu richiesto e accolto il decadimento delle accuse per vizi procedurali contro l’ex presidente, l’ex ministro degli Interni Habib al Adly e sei aiutanti di sicurezza.
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