Le autorità della Corea del Sud hanno confermato di aver sparato oggi decine di colpi di artiglieria verso la Corea del Nord in risposta ad un colpo sparato dal Nord verso un altoparlante che da giorni trasmetteva a tutto volume trasmissioni anti-Pyongyang. L’agenzia Reuter afferma che la Corea del Nord non ha risposto al fuoco sudcoreano ma ha avvertito Seul con una lettera avvisando che avrebbe proceduto ad un’azione militare se il Sud non avesse rimosso gli altoparlanti entro 48 ore. Il proiettile di sospetta provenienza nordcoreana sarebbe stato lanciato intorno alle 3:52 locali ma non sembra aver danneggiato l’altoparlante. Il proiettile è atterrato in una zona a circa 60 km a nord di Seul, nella parte occidentale della zona di confine tra le due Coree, in una zona montuosa nei pressi di una base militare sudcoreana situata nella città di Yeonchon.
Lo scambio di colpi di artiglieria è stato il primo tra le due Coree dallo scorso ottobre, quando i soldati della Corea del Nord si erano avvicinati al confine militare e non si erano ritirati dopo che l’esercito sudcoreano aveva sparato colpi di avvertimento.
La tensione tra le due Coree è aumentato dall’inizio di questo mese, quando erano esplose alcune mine nella zona demilitarizzata ed erano rimasti feriti due soldati sudcoreani. Seoul aveva accusato la Corea del Nord di aver messo le mine ma Pyongyang aveva respinto l’accusa.
Da tempo la Corea del Sud ha iniziato azioni di propaganda anti-nordcoreana mettendo degli altoparlanti sul confine. La Corea del Nord, sabato scorso aveva chiesto a Seul di fermare le trasmissioni o affrontarne le conseguenze . Il problema serio è che lo scambio di colpi di armi da fuoco è avvenuto in mezzo alle esercitazioni militari annuali congiunte tra le forze armate degli Stati Uniti e della Corea del Sud iniziate lunedi scorso, esercitazioni che la Corea del Nord condanna come preparazione alla guerra. Occorre rammentare che le due Coree sono rimaste tuttora in stato di guerra dopo la fine del conflitto del 1950-1953, conclusosi con una tregua, ma non con un trattato di pace.
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