Dopo lo scandalo sui dati sulle emissioni dei gas di scarico truccati dalla multinazionale tedesca per poter accedere al mercato statunitense, arriva un’altra pesante tegola per la Volkswagen, che in Brasile è stata accusata di aver consentito arresti e torture all’interno dei propri impianti durante gli anni della dittatura militare di estrema destra, fra il 1964 e il 1985. Come riferisce il sito web della BBC, un gruppo di ex operai della fabbrica di Sao Bernardo do Campo ha presentato una querela civile contro la casa automobilistica tedesca.
Il caso era emerso già lo scorso dicembre, quando la Commissione brasiliana che indaga sui crimini della dittatura nel suo rapporto finale raccontò la storia di Lucio Bellentani, un attivista comunista impiegato della Volkswagen, arrestato dai militari e torturato all’interno dell’impianto dell’industria.
Secondo l’avvocato Rosa Cardoso, almeno 12 dipendenti della fabbrica di San Bernardo do Campo sono stati torturati, mentre altro furono licenziati e inseriti nelle liste nere. Dopo il rapporto della Commissione, la Volkswagen aveva promesso di indagare su “ogni possibile coinvolgimento degli impiegati della Volkswagen Brasile nella violazione dei diritti umani”. Nessun commento, per ora, sulla causa civile.
Negli anni della dittatura, sono state oltre 400 le persone uccise o scomparse e molte altre furono arrestate e torturate. Principali obiettivi dei militari erano attivisti di sinistra e sindacalisti e sono state diverse le compagnie accusate di collusione con la dittatura.
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