Secondo notizie di Interfax, sarebbe in corso in queste ore a Mosca un’operazione volta a smantellare una cellula dell’organizzazione Hizb ut-Tahrir al Islam, che sarebbe stata attiva nella regione della capitale russa. Identificate per ora 97 persone, condotte in vari commissariati moscoviti; 20 di esse sarebbero state arrestate. Ne ha parlato la portavoce del Ministero degli interni Elena Alekseeva, che ha anche specificato come l’operazione abbia interessato 24 domicili dei vari appartenenti alla cellula islamica. A quanto sembra, però, nelle case di quelli che vengono definiti terroristi islamici, non sarebbe stato rinvenuto che materiale propagandistico per la fondazione di un califfato mondiale. Secondo Alekseeva, il gruppo sarebbe stato dedito al reclutamento di nuovi adepti tra quanti professano la religione islamica – 1/7 della popolazione russa – e alla raccolta di fondi da destinare ai combattenti islamici.
In mattinata, l’agenzia RT aveva dato notizia della scoperta, avvenuta domenica scorsa a Istanbul, di un centro di addestramento dell’Isis, in cui venivano istruiti decine di giovanissimi e minorenni, provenienti in gran parte dalle ex Repubbliche sovietiche di Uzbekistan e Tadžikistan, dove la religione islamica è praticata dalla stragrande maggioranza della popolazione.
Sempre oggi, riporta Interfax, il Ministero della giustizia russo ha iscritto nel registro delle organizzazioni qualificate come “agenti stranieri” il Centro di ricerca russo per i diritti dell’uomo. Presiede il Centro, fondato nel 1990 come Associazione delle organizzazioni per i diritti umani, Valentina Melnikova, che fa parte anche della direzione della Unione dei comitati delle madri dei soldati. Melnikova ha detto di volersi appellare contro la decisione del Ministero della giustizia e ha ipotizzato che l’iscrizione nel registro degli “agenti stranieri” – che contiene i nomi di 97 organizzazioni – sia dovuta ai fondi ricevuti dal Centro norvegese per i diritti dell’uomo.
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