Il violento terremoto che ha colpito la costa pacifica dell’Ecuador sabato sera ha provocato almeno 480 morti, secondo un nuovo bilancio annunciato oggi pomeriggio dal governo di Quito. “Finora, ci sono 480 persone morte e circa 2.560 ferite”, ha dichiarato ai giornalisti il vice ministro degli Interni, Diego Fuentes.
I soccorritori sono impegnati senza sosta nel tentativo di trovare tra le macerie eventuali sopravvissuti; una persona è stata trovata viva sotto un cumulo di pietre e cemento dell’Hotel El Gato di Portoviejo. Una ragazza, inoltre, è stata portata in salvo, dopo essere rimasta intrappolata tra le macerie di un edificio crollato di Pedernales. Altri tre sopravvissuti sono stati soccorsi e portati in salvo dai vigili del fuoco a Manta.
Il presidente dell’Ecuador, Rafael Correa ha annunciato che la ricostruzione del Paese “costerà centinaia di milioni, probabilmente miliardi di dollari”. Ieri nel paese è arrivato un consistente team di medici ed esperti della protezione civile cubani per dare una mano ai soccorritori locali.
Il terremoto, di magnitudo 7.8, ha colpito il Paese nella serata di sabato 16 aprile; l’epicentro è stato individuato circa 170 chilometri a nordovest della capitale, Quito mentre la scossa è stata avvertita in tutto il Paese, nel nord del Perù e nel sud della Colombia. Secondo il Geological Survey americano, il sisma ha colpito a bassa profondità, a soli 27 chilometri dalla città di Muisne.
L’Ecuador si trova tra due placche tettoniche in movimento e dal 1900 a oggi ha subito vari terremoti di magnitudo elevata: nel marzo 1987 morirono oltre mille persone.
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