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L’Armenia riconoscerà il Nagorno-Karabakh

Nei prossimi giorni il governo armeno prenderà in esame il progetto di legge sul riconoscimento della Repubblica di Artsakh: questo il nome con cui Erevan indica l’enclave a maggioranza armena staccatasi dall’Azerbajdžan a fine anni ’80 e che Baku considera territorio azero occupato dall’Armenia. Se il disegno di legge sarà approvato dal governo, passerà poi all’esame del Parlamento.

Il passo, considerato “provocatorio” dall’Azerbajdžan, era stato minacciato da Erevan nelle settimane scorse, al riaccendersi di violenti scontri tra le truppe azere e quelle di Stepanakert, la capitale della piccola regione caucasica proclamatasi Repubblica indipendente oltre 25 anni fa, ma sinora non riconosciuta da alcuno stato.

All’inizio di aprile, il Presidente armeno Serž Sargsjan aveva dichiarato che, in caso di escalation del conflitto, l’Armenia avrebbe riconosciuto l’indipendenza del Nagorno-Karabakh. Iniziative legislative per il riconoscimento della Repubblica di Artsakh sono state adottate a più riprese, a partire dal 2009, ma sinora il Parlamento ha sempre evitato di accoglierle, non volendo ostacolare i colloqui per una soluzione pacifica della questione.

Dopo l’improvviso e violento riaccendersi del conflitto, nei primi giorni di aprile (allora non si era mancato di indicare Ankara quale “patrocinatore” dell’offensiva militare azera contro l’autonomia del N-K) e il cessate il fuoco raggiunto il 5 aprile tra Baku e Stepanakert, anche grazie alla mediazione russa, altri scontri si erano registrati tra il 22 e il 24 aprile. Non è poi passato praticamente giorno, senza che tra Armenia e Azerbajdžan volassero accuse reciproche di violazione della tregua.

Nel caso il Parlamento armeno adotti il progetto di legge sul riconoscimento dell’indipendenza del Nagorno-Karabakh, c’è da attendersi un irrigidimento delle posizioni di Baku, uno dei più stretti alleati della Nato nella regione.

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