L’esercito israeliano ha ucciso ieri due palestinesi nei pressi del check point di Qalandya vicino Ramallah (Cisgiordania occupata). Secondo la portavoce militare, Lubna as-Samri, i due giovani “sospetti” – una donna di 24 anni e un ragazzo di cui non si conosce ancora l’età – si sarebbero avvicinati velocemente agli ufficiali di frontiera nel tentativo di colpirli. La donna – riferisce as-Samri – aveva un coltello in mano quando i soldati l’hanno sparata uccidendola. I militari – afferma la portavoce dell’esercito – avrebbero ordinato ai due di fermarsi prima di aprire il fuoco.
Diversa la versione palestinese. Un testimone oculare ha detto all’agenzia Ma’an che la 24enne sarebbe stata colpita 15 volte dai soldati e che, pertanto, si sarebbe trattato di una esecuzione. I palestinesi, inoltre, sostengono che ragazzo si sarebbe avvicinato alla donna solo dopo che era stata uccisa e non sarebbe stato, dunque, vicino a lei sin dall’inizio come ha dichiarato as-Samri. Stando a quanto scrive la stampa israeliana, il ragazzo, colpito dalle pallottole dell’esercito, sarebbe morto poco dopo. Secondo la mezzaluna palestinese, le forze armate israeliane avrebbero impedito l’ingresso dei paramedici sul luogo dell’incidente.
La donna è stata identificata come Maram Salih Hassan Abu Ismail di ar-Ram (nord di Gerusalemme). Ancora ignota l’identità dell’altra vittima. L’ultimo attacco palestinese contro israeliani risaliva all’inizio della scorsa settimana quando un giovane del campo profughi di Aida (Betlemme) compiva un attacco bomba su un bus a Gerusalemme. L’attentato ha causato il ferimento di 20 israeliani e la morte dell’attentatore.
Da inizio ottobre sono più di 200 i palestinesi uccisi dalle forze armate o di polizia israeliane in attacchi (talvolta presunti) con coltelli o con macchine. Trenta, invece, le vittime israeliane.
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