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Varsavia sui massacri dei nazisti ucraini in Volinija

Nella disputa tra due beniamini, decide il padrone di casa. I media polacchi sono costernati per il fatto che Washington avesse ordinato al Sejm di non procedere al riconoscimento dei massacri nella Volinija a opera delle SS ucraine nel 1943-’44 come genocidio, prima del vertice Nato a Varsavia, tenutosi lo scorso 8 luglio. Del “suggerimento” fornito gratuitamente, per ben due volte, dall’ambasciatore USA a Varsavia, Paul W. Jones, ha dato ora notizia Kresy.pl, sulla base di fonti anonime del partito di destra “Prawo i Sprawiedliwość”, dei fratelli Kaczyński. La camera bassa polacca aveva adottato una risoluzione a favore dell’istituzione di una giornata, l’11 luglio, a ricordo delle vittime dei nazisti ucraini; l’11 luglio 1943 costituì il culmine di quei massacri: quel giorno, le SS ucraine di OUN-UPA attaccarono contemporaneamente oltre 150 villaggi polacchi, facendo decine di migliaia di vittime, in gran parte donne e bambini.

Da parte polacca, d’altronde, è di ieri la dichiarazione del Segretario di stato e plenipotenziario del primo ministro, Anna Maria Anders, secondo cui i rapporti tra Varsavia e Kiev non miglioreranno senza la verità sulla “carneficina in Volinija”: “i rapporti con l’Ucraina sono resi complessi dalla guerra in corso in quel paese”, ha dichiarato la Anders alla tv Polsat; “è un momento difficile per quel paese; ma le cose devono essere chiamate col loro nome”. Anders ha anche notato che la “gran parte della società ucraina odierna non conosce la tragedia dei polacchi della Volinija e della Galizia sudorientale, morti in massa per mano non solo dell’OUN-UPA, ma degli stessi vicini di casa ucraini. Credo sia un bene che alla fine abbiamo detto che quello fu un genocidio”.

E un campanello d’allarme suona nella stessa Ucraina: 29 comunità e organizzazioni ebraiche del paese hanno diffuso oggi un comunicato congiunto contro l’eroicizzazione di OUN e UPA, in particolare da parte dell’Istituto per la memoria storica, di vari media e altri Istituti cosiddetti culturali. Tale glorificazione, è detto nel comunicato, è un “oltraggio alla memoria di oltre un milione di ebrei, eliminati in Ucraina dai nazisti e dai loro collaborazionisti locali. Ciò riguarda anche la ridenominazione di strade in onore di persone come Stepan Bandera e Roman Šukhevič, il cui nome provoca brividi, non solo negli ebrei, ma anche in molti altri popoli”. Il comunicato prosegue notando che “Preoccupa il fatto che l’Ucraina, nonostante i numerosi inviti degli Stati membri, si sia finora rifiutata di entrare nell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto”.

L’appello evita naturalmente di far parola della situazione concreta di cui la propaganda neonazista non è che lo sfondo: l’aggressione al Donbass e le stragi di civili a opera dei battaglioni che proprio a Bandera, Šukhevič, OUN e UPA si richiamano. Le comunità ebraiche parlano anzi, abbastanza sinistramente, della “nostra Ucraina, indipendente e indivisa”: “indipendente” da chi e indivisa contro quali progetti di autonomia?

 

FP

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1 Commento


  • Gmarco

    Kresy.pl e’ un portale irredentista e sciovinista polacco. Kresy infatti sono le regioni dell’Est polacco (appartenute recentemente alla Polonia nel periodo della III Repubblica 1918-1939) ovvero regioni che sempre hanno avuto una variegata composizione etnica e culturale che varia al variare dei rapporti di forza nella regione e si infiamma all’accendersi dei nazionalismi. Attualmente la regione in questione si trova in Ucraina. Non si esclude una recrudescenza degli opposti nazionalismi

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