Siamo estremamente felici dell’ottima riuscita della prima delle due iniziative di presentazione di Centocellaros a Parigi, presso l’UL CGT 18 a Parigi. Dopo 8 iniziative a Cuba, con tra l’altro la presenza di Adan Chavez, ambasciatore della Repubblica Bolivariana di Venezuela nel paese, e in attesa dei moltissimi incontri in Italia, due giorni di presentazione in Francia.
Più di 50 persone sono venute per ascoltare le relazioni di Luigi Rosati e Luciano Vasapollo. Questi due amici e compagni, sono gli autori di un libro che non vuole fare la lista degli avvenimenti degli anni 60 e 70, ma che piuttosto decide di parlare della loro storia, delle loro storie di militanza, inserite in un contesto generale di sconto con il potere che era diventato non mediabile.
Siamo estremamente felici che in tanti abbiano risposto al nostro. Quelli parigini sono due appuntamenti fondamentali nella costruzione di un internazionalismo concreto, reale, perché qui -nella ville lumière, capitale di un impero che invia i suoi soldati in mezzo mondo- sono presenti tante realtà di lotta, strutture e reti che organizzano la resistenza e il contrattacco popolare e proletario in tanti quadranti del pianeta.
E quindi vogliamo ringraziare le organizzazioni francesi, i nostri compagni dell’ANC e quelli del Cercle Manouchian, che ci hanno ospitato, gli studenti di Nanterre e i compagni della France Insoumise che hanno trovato il tempo di venire ad ascoltare, nonostante questi siano giorni estremamente intensi per loro. Salutiamo con affetto fraterno i compagni del Mediterraneo che sono venuti in rappresentanza dei popoli in lotta in Marocco, Tunisia, Libano, Palestina e Turchia, e le compagne del Camerun e del Mali, con cui da mesi siamo in piazza insieme.
Come avevamo pensato e sperato, questa sera (e quella di domani) sono un passaggio in più verso la costruzione di una coscienza comune, un passo avanti per collegare le lotte, la tradizione, il metodo con cui guardiamo il mondo. Questa serata è partita da Centocelle, nella periferia di Roma, ed è arrivata alla periferia del mondo. Perché i proletari di tutto il mondo, presto o tardi, si uniranno. Noi continuiamo a lavorare in questo senso, con gioia e determinazione.
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