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Operai che sostituiscono i padroni. Una risposta alla crisi

Ma chi l’ha detto che davanti alla fuga degli imprenditori si può solo piangere? Ecco qui alcuni casi di lavoratori che hano preso in mano l’azienda dopo il fallimento. Non è una “soluzione” alla crisi, ma una risposta che ci dice qualcosa che in fondo sapevamo: si può vivere senza padroni. Sul mercato.

Hanno unito le forze, formato una cooperativa, e rilevato l’impresa. In questo modo 146 lavoratori toscani, negli ultimi due anni, hanno salvato la loro occupazione diventando “imprenditori” di se stessi, e salvando anche i propri bilanci familiari. Il caso più famoso, in Toscana, è stato quello della Bulleri di Cascina (Pisa), dove 27 lavoratori hanno fondato una cooperativa versando la loro mobilità nel capitale sociale (120mila euro), dopo un’estate di protesta per la decisione dell’azienda di chiudere lo stabilimento. «Siamo ripartiti da zero e gli ordini non mancano», dice Alberto Bulleri, nipote del fondatore e già direttore commerciale della vecchia azienda, oggi presidente della nuova coop che però soffre ancora la crisi: «Siamo poco finanziati dalle banche: è assurdo, questo è un sistema che blocca l’economia», dice.

Sono dieci le imprese ‘salvatè con la trasformazione in cooperativa, che ha permesso di recuperare 76 posti di lavoro nella provincia di Firenze, 27 in quella di Pisa, 28 a Livorno e 15 a Siena. Fra queste c’è la vecchia editrice Alsaba di Colle Val d’Elsa, dalle cui ceneri è nata lo scorso autunno la Cooprint, cooperativa fondata da 9 soci; ma anche l’Aicoplast di Londa, le Vetrerie empolesi, le Manifatture toscane, e altre aziende salvate dalla tenacia dei lavoratori. Per tutte queste nuove società cooperative, tornare credibili agli occhi di clienti e fornitori è la prima sfida per poter stare sul mercato: «Se siamo ancora in piedi e possiamo sperare nel futuro – dice il ‘presidente operaiò delle cristallerie Csv, Maurizio Arfaioli – è grazie ai rapporti che abbiamo sul territorio. I nostri amici, dall’elettricista al fornitore che conosciamo da anni, ci hanno concesso buone dilazioni di pagamento. I rapporti umani hanno funzionato più delle banche e dobbiamo dire grazie alle persone che ci conoscono e che si fidano di noi». Per Susanna Bianchi, presidente di Arcpl Toscana, l’associazione delle cooperative di produzione e lavoro che è stata al fianco delle nuove coop, adesso servono «strumenti finanziari finalizzati a supportare linee di credito per l’acquisizione di rami d’azienda da parte di cooperative di lavoro che capitalizzano i propri ammortizzatori sociali».

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