La crisi macina persone, posti di lavoro, speranze. Ma per accorgersene bisogna guardare attraverso i dati, che arrivano da quei luoghi produttivi che proprio non possono sottrarsi alla lente delle statistiche.
E quindi. L’occupazione nelle grandi imprese a marzo resta ferma rispetto al mese precedente, mentre cala a confronto con lo scorso anno. Una conferma ai dati dell’Istat arriva dal Centro Studi di Confindustria (Csc), che stima una crescita congiunturale vicina allo zero per la produzione industriale a maggio. Insomma, per la parte trainante del Paese, le imprese big con più di 500 dipendenti e la filiera industriale, la primavera per ora non ha coinciso con uno slancio, anche se per viale dell’Astronomia il secondo trimestre del 2011 si dovrebbe comunque chiudere in (leggero) positivo.
Guardando alle cifre diffuse dall’Istat, l’occupazione nelle principali imprese a marzo non segna variazioni su base mensile, mentre scende su base annua (-0,7% al lordo dei cassaintegrati e -0,2% al netto) con andamenti diversi nell’industria (-1,4% al lordo della cig e +0,2% al netto) e nei servizi (-0,5% in entrambi i casi). In particolare, le diminuzioni più marcate toccano i comparti delle costruzioni, del trasporto e magazzinaggio, della fornitura di energia e perfino quello delle attività professionali, scientifiche e tecniche. Mentre si contano nuovi posti nei servizi di alloggio, ristorazione, noleggio e agenzie di viaggio.
Sul mancato rilancio dell’occupazione pesa l’andamento dell’economia, con la locomotiva italiana che fatica a prendere velocità ancora a maggio. Secondo l’indagine rapida di Csc la produzione industriale «ristagna», crescendo solo dello 0,1% su aprile. Il recupero dai minimi toccati nel marzo 2009 sale così al 12,1%, ma resta ancora del 17,2% la caduta dal picco del ciclo precedente (aprile 2008). Le prospettive sono comunque di miglioramento, Confindustria spiega che «pur con una dinamica mensile quasi piatta, nel secondo trimestre 2011 si dovrebbe registrare un recupero congiunturale, dopo due contrazioni consecutive».
Tornando ai dati Istat, segnalano una ripresa le retribuzioni (considerando il dato lordo per ora lavorata), che sempre a marzo salgono dello 0,8% rispetto a febbraio e del 4,7% a confronto con lo stesso mese del 2010. Una dinamica che ricalca l’andamento del costo del lavoro (rispettivamente +1,2% e +4,6%). Intanto prosegue il calo delle ore di cassa integrazione, infatti a marzo il ricorso alla cig si ferma a 28,7 ore ogni mille ore lavorate, con una diminuzione tendenziale di 6,5 ore. Però, allo stesso tempo, si riduce anche il numero di ore lavorate per dipendente al netto della cassa (-1,2%). Ma sopratutto a marzo l’Istituto misura un forte ribasso delle ore di sciopero, che calano di oltre il 70% sul piano tendenziale. I dati preoccupano la Cgil, secondo cui «con l’attuale trend produttivo e di sviluppo non si recupera l’occupazione persa dall’inizio della crisi».
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