Il mnistro degli esteri Franco Frattini cerca il suo quarto d’ora di notorietà sui media richiamando l’ambasciatore italiano a Brasilia, Gherardo La Francesca, dopo la decisione del Tribunale Supremo Federale brasiliano che ha negato l’estradizione in Italia di Cesare Battisti. Il richiamo, si legge in una nota della Farnesina, è stato deciso «per approfondire, insieme alle altre istanze competenti, gli aspetti tecnico-giuridici relativi all’applicazione degli accordi bilaterali esistenti, in vista delle iniziative e dei ricorsi da esperire in merito nelle sedi giurisdizionali internazionali».
Tutta scena, insomma, anche se a livello di relazioni internazionali su stupidaggini del genere si rischia di creare un vero incidente diplomatico che farebbe male soltanto al nostro paese (il Brasile, la “B” dei Brics, è ormai una potenza regionale e globale che ha un grande peso negli scambi internazionali, mentre l’Italia – dice il centro studi di Confinfustria, è un paese ormai “spiaggiato”).
A riprova dl fatto che si tratta soltanto di una sceneggiata a uso interno va la pena di sapere che il ministro degli esteri brasiliano, Antonio Patriota, ha escluso proprio stamattina che possano incrinarsi i rapporti tra l’Italia e il Brasile a causa della decisione della Corte Suprema di non estradare e scarcerare l’ex terrorista Cesare Battisti. «Esiste una chiara intesa in tal senso», tra le autorità dei due Paesi, ha affermato in una dichiarazione rilasciata a New York, e ripresa dalla Agencia Brasil.
Patriota, il quale ha anche ricordato che non più di un mese fa è stato due volte in Italia dove è stato «benaccolto» dalle autorità locali, non ha voluto commentare la possibilità che l’Italia ricorra alla Corte dell’Aja. In precedenza, però, Marco Aurelio Garcia, consulente della presidente Dilma Rousseff per gli affari internazionali, aveva dichiarato che l’Italia «ha tutto il diritto di ricorrere a tale prerogativa», sottolineando comunque che per il Brasile la questione è superata «come conseguenza della decisione sovrana della Corte Suprema».
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