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Contratti. Sacconi prova a far peggio di Zapatero

Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, è intenzionato a “garantire la piena efficacia” degli accordi fatti dalla Fiat qualunque sia l’esito del ricorso presentato dalla Fiom contro l’accordo sindacale al Tribunale di Torino. Se serve è intenzionato a farlo anche con una legge. A margine di un convegno al Coni il ministro rispondendo alle possibili conseguenze del ricorso ha sottolineato: “Io credo che dovranno innanzitutto le parti e noi con loro essere in grado di garantire la piena efficacia di quegli accordi, non solo perché confermati con i referendum e necessari per gli investimenti, ma per una ragione più generale: perché il contratto aziendale è riconosciuto in modo crescente nei paesi industrializzati come quello più idoneo a garantire la crescita delle imprese in termini di condivisione sociale con i lavoratori”. E a tal proposito il ministro indica l’esempio della “Germania” ma anche quello della “Spagna”. “Il contratto aziendale, a mio avviso, ha tutte le caratteristiche – ha sottolineato Sacconi – per essere prioritario perché è il più prossimo alle persone e il più efficace”. Tornando dunque all’esito del ricorso presentato dalla Fiom, il ministro ha insistito: “Credo che sia dovere delle parti sociali e del Governo garantire la piena efficacia di quegli accordi”. E rispondendo a chi gli chiedeva se la piena efficacia potesse essere garantita anche con una legge, Sacconi ha risposto: “Se serve anche con una legge ma sulla base di accordi o avvisi comuni delle parti. Abbiamo le nostre idee e quanto prima vogliamo confrontarci con le parti”.

Riassumendo: sappiamo che il “modello Pomigliano” è illegale secondo la normativa attuale e probabilmente anticostituzionale. Quindi cambiamo la legge per renderlo “legale” (e retroattivo!). Poi, se serve, cambieremo anche la Costituzione.

Vien di rimpiangere i democristiani, che per far piacere alla Fiat si limitavano a costruire più autostrade…

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