Giovedi riprende il processo ai responsabili dell’uccisione di Vittorio Arrigoni. Il “nuovo Egitto” non facilita il passaggio del valico di Rafah. Totale disinteresse del governo italiano.
Tra due giorni l’avvocato della famiglia Arrigoni, accompagnato da una piccola delegazione di cittadini italiani, si recherà a Gaza City per la seconda udienza del processo che dovrebbe far luce sui mandanti e gli assassini di quella che, per decine di migliaia di persone, era “la voce di Gaza”. Si segnala l’assordante silenzio del governo e del ministero degli esteri italiani in questa vicenda. Le aurotità egiziane sembrache consentiranno il passaggio al valico di Rafah per l’avvocato italiano ma non per i due attivisti che lo accompagnano a Gaza. I rappresentanti dello Stato italiano, il cui dovere è quello di accertare la verità e ottenere giustizia per il proprio cittadino assassinato cinque mesi fa, cosa stanno facendo per rispettare il loro compito? “Sappiamo che Vittorio era una voce scomoda anche per il nostro governo, ma questo non può ostacolare la ricerca della verità né ridurre il dovere, da parte del Ministro degli esteri, di fare quanto possibile – e quanto dovuto – affinché sia resa giustizia alla memoria di Vik2 afferma in un comunicato il coordinamento della Freedom Flotilla Italia. Il presidente Napolitano, il 16 aprile disse “accertare subito la verità”. Sono trascorsi cinque mesi da quella dichiarazione, perciò chiediamo che lo Stato italiano faccia il suo dovere affinché le parole di Napolitano non abbiano il suono della pura retorica”.
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