E’ un Marchionne abitante della Luna, quel che ha presentato stamattina a Torino la nuova Thema. Ha ragionato e si è atteggiato a padrone del vapore di una multinazionale indifferente al luogo in cui opera, pronta ad andarsene se non contenta delle condizioni che trova. E che ha ripetuto come un ossesso, decine di volte, che «protestare e scioperare non serve a niente». Un mantra scaramantico, per un verso, ma soprattutto un messaggio: «noi non cambieremo mai idea e non tratteremo mai con nessuno». Non è del tutto vero, naturalmente. Negli usa ha trattato e come, concedendo sia aumenti salariali consistenti che nuove assunzioni. Ma lì c’è un governo che gli ha regalato la Chrysler e a cui non si può certo dire di «no» con leggerezza…
A proposito di proteste, per esempio, si è esibito anche sulla manifestazione del 15 ottobre. «È un problema da gestire, non lo metto in dubbio. Bisogna capire la composizione della protesta. C’era parecchia gente a Roma che era lì per altri obiettivi. Sono situazioni non facili, questo è veramente un momento difficile. Ma lo abbiamo visto con gli scioperi in Grecia per due giorni, sono cose che non risolveranno niente. Scioperare, protestare non serve a niente».
«Lo sciopero è un non senso, veramente una cattiva idea. Non è certo un modo giusto per incoraggiare gli investimenti in Italia». Lo ha detto a proposito dello sciopero proclamato dalla Fiom nel gruppo Fiat per venerdì. «Se la maggioranza dei nostri lavoratori ci dicesse che non siamo bene accetti ce ne andremmo, ma non credo che sarà così», ha aggiunto.
«Non chiedetemi nemmeno di esprimere un’opinione sulla ex presidente di Confindustria per quanto riguarda la Fiat. Elkann ha già dato le dimissioni. La Fiat non c’entra con Confindustria, quindi lasciamola fuori per favore». Altra risposta ai giornalisti che chiedevano un commento sulla lettera di Emma Marcegaglia al Corriere della sera di oggi.
«Mettiamo che incontri i sindacati e poi? Ma quale piano industriale dovrei dare più di quello che ho già dato? I modelli non li ho detti nemmeno al mercato americano». Così Sergio Marchionne ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se ha intenzione di incontrare i sindacati. «Siccome sto gestendo un’azienda globale, perchè dovrei dare dettagli ai sindacati italiani quando non lo sto facendo da nessun’altra parte? Anche al sindacato Uaw non ha dato alcuna indicazione sui modelli. La prassi internazionale è di non farlo».
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