“Si dirà che i greci dei nostri giorni ‘se la sono meritata’, per i loro conti allegri, ma forse qualche attenuante la meritano: perchè, dopo che in tanti ci hanno per tanto tempo spiegato che per Paesi finanziariamente deboli, il principale vantaggio del passaggio all’euro era costituito dal potersi indebitare a un tasso più conveniente del passato, oggi li si considera dei reietti proprio perchè hanno seguito la lezione”.
A riportare questo affatto scontato giudizio sulla situazione greca è il quotidiano cattolico “Avvenire” in un editoriale a firma del professor Vittorio Emanuele Parsi, docente dell’Università Cattolica, che elenca anche Italia e Spagna tra i paesi ingiustamente colpevolizzati. “Chi pretende rigore sa benissimo che senza Grecia e quelli come lei (cioè senza questo euro il cui tasso di cambio é reso meno devastante proprio dalla presenza dei reietti), la Germania non avrebbe esportato in questi anni neppure un bullone, altro che un’intera Mercedes”.
“La realtà -sostiene poi il giornale dalla Conferenza Episcopale Italiana – é che i Paesi finanziariamente forti hanno potuto godere in questi anni degli effetti positivi di un euro ‘svalutato’, per il fatto che la forza dell’euro tedesco e francese era compensata dalla debolezza dell’euro greco, italiano, spagnolo, portoghese”. “Siamo allora davvero sicuri – si chiede il politologo – che le misure e i modi con cui esse sono stata imposte a Cannes, che in ogni caso fanno strame dell’uguaglianza tra i popoli e gli Stati membri della Ue, non finiranno solo con il rinviare la necessità di più coraggiose e maggiori azioni contro la speculazione”.
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