E il cerchio sulla sanità del veneto orientale si chiude! La sindaca Zaccariotto è stata nominata vice-presidente della conferenza dei sindaci del Veneto orientale per la sanità. I destroleghisti locali, in completa sintonia con quelli nazionali si sono spartiti il potere decisionale in modo del tutto autoritario, senza garantire minimamente le minoranze; ma questo ormai è un classico! In questi anni, la destra ha gettato le basi per l’impoverimento delle strutture pubbliche, a favore delle gestioni private, il cui unico obiettivo è l’offerta di diagnosi e cura, riabilitazione e assistenza, in minor tempo rispetto al Servizio Sanitario Nazionale. La nomina di F. Zaccariotto a vice-presidente blinda lo spaventoso interesse economico che ruota attorno alla casa di cura Rizzola e a tutti i tanti poliambulari privati sorti come funghi, assicurando loro massimi profitti a scapito del rilancio delle strutture ospedaliere del territorio. Il nuovo incarico del sindaco di San Donà perciò, non sarà un valore aggiunto, come vogliono farci credere, per la popolazione bensì l’opposizione lampante all’esito del referendum del 12-13 giugno, quando il paese si è espresso contro le privatizzazione e per il mantenimento in mani pubbliche di settori strategici per la vita. Forcolin, Paludetto, Zaccariotto, quando mai li abbiamo sentiti opporsi alla gestione privatistica del settore socio-assistenziale e della sanità? La Lega nord si è sempre mossa per garantire e soddisfare promesse clientelari in modo da assicurarsi il consenso elettorale e la prova è rappresentata dal fatto che i tagli e i ridimensionamenti non hanno mai indebolito le strutture private; contemporaneamente l’Asl 10 perde 60 milioni di euro l’anno per le fughe dei propri pazienti in aziende ritenute maggiormente all’avanguardia e quindi più “sicure”. Lo chiediamo senza polemica al Sindaco Zaccariotto: SI IMPEGNI PUBBLICAMENTE, DI FRONTE AI CITTADINI CHE L’HANNO VOTATA, E A TUTTI GLI ALTRI, affinchè la casa di cura Rizzola svolga un RUOLO INTEGRATIVO delle strutture pubbliche orientato alla lungodegenza e riabilitazione, lasciando le specialità distribuite nei tre ospedali di rete senza doppioni e con l’obbligo di fornirli di tutta la strumentazione adeguata e ad equiparare i TEMPI DI ATTESA tra le visite a pagamento e quelle con la ormai famosa ” ricetta rossa”.
Marina Alfier
Comunisti italiani veneto orientale
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