Pensavano di aver capito male i lavoratori bengalesi della Sea Work srl rimasti senza lavoro dopo lo stop imposto dalla magistratura alla ditta “chiusa” e messa sotto inchiesta per sfruttamento del lavoro e caporalato con tanto di misure cautelari per i titolari (l´imprenditore Pasquale Commentale e suo padre, Angelo, per cui è stato deciso l´obbligo di dimora).
In realtà a piccoli gruppi sono stati richiamati dalle ditte dell´indotto che hanno assorbito
l´appalto della Sea Work per lavori di coibentazione nello stabilimento Fincantieri di Panzano (Monfalcone) ed erano in cerca di manodopera. Ma ai lavoratori che si presentavano è stata data la stessa risposta:
lavoro solo a chi è senza tessera Cgil. E ieri hanno voluto tutti e quaranta incontrare un giornalista del Piccolo per raccontare quanto sta accadendo e per annunciare che stavano andando alla Cgil a fare
la denuncia e capire come si chiuderà la vicenda della Sea Work che “deve a loro ancora tanti soldi”.
Al giornalista i lavoratori hanno raccontato che la vicenda Sea Work «è soltanto la punta dell´iceberg» nel mondo del subappalto.C´è in realtà un´altra grande ditta che ha in mano l´appalto di coibentazione per Fincantieri e che a sua volta ha subappaltato ad altre aziende più piccole. Tra queste c´era la Sea Work ma la magistratura l´ha chiusa, le altre si sono spartite il lavoro, ma hanno preferito prendere altri lavoratori, non quelli rimasti in mezzo alla strada considerati “appestati” perché colpevoli di avere in tasca la tessera del sindacato.
La Sea Work ha chiuso in ottobre e non sono state erogate le buste paga di settembre e ottobre, anche se chiamarle buste paga è un’amara constatazione: 4,50 euro l´ora, per 100 ore sono 450 euro, per 200 sono 900. Questa è la paga globale (la paga sindacale sarebbe il doppio). Non solo “Ho lavorato 290 ore – racconta uno dei lavoratori più giovani ma me ne hanno riconosciute soltano 100”.
La Fiom sta facendo dei controlli. Dai calcoli sommari che sono stati fatti mancano all´appello oltre 100 mila euro di salari non pagati. I lavoratori, la maggior parte bengalesi, sono impauriti: “Alcuni nostri amici ci hanno fatto saprere che altri 7 lavoratori, in altre ditte, sono stati licenziati perchè sono della Cgil. Non vogliono che ci facciamo controllare le buste paga”.
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