Menu

Amianto: manifestazione ad Avellino contro Isochimica e Trenitalia

«Morti dimenticate, ingiustizia antica»: si allarga il fronte che pretende verità e giustizia sull’ex Isochimica di Avellino, l’azienda di Elio Graziano che per oltre un decennio, dal 1977 fino al 1988, si è occupata della decoibentazione delle carrozze ferroviarie ad Avellino, a ridosso del popoloso quartiere di Borgo Ferrovia. Ieri i lavoratori hanno esposto uno striscione per ricordare i loro colleghi deceduti per cause correlate alla asbestosi, la patologia tumorale derivante dalle inalazioni delle fibre di amianto, contenuto nei materiali rimossi per anni dai vagoni ferroviari. I lavoratori hanno poi dato vita ad un corteo che si è concluso con un sit in davanti alla sede provinciale dell’Inail di Avellino. I lavoratori per anni esposti all’amianto, molti dei quali si sono in questi anni progressivamente ammalati, denunciano da tempo e finora inascoltati la irrisorietà dei risarcimenti e il mancato riconoscimento delle percentuali di invalidità professionale. Il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, Ezio Bonanni, per conto di una decina di ex dipendenti dell’Isochimica ha presentato nei giorni scorsi una denuncia penale alla Procura di Firenze nei confronti di Elio Graziano e delle Ferrovie dello Stato «per disastro ambientale e per aver determinato la morte e la malattia di numerosi operai». Sulla base delle testimonianze di numerosi lavoratori secondo le quali l’amianto veniva interrato all’interno dell’Isochimica, Bonanni ha chiesto anche alla Procura di Avellino di verificare l’eventuale inquinamento provocato alle falde acquifere nell’area di Borgo Ferrovia e del vicino nucleo industriale. Alla manifestazione ha partecipato anche il segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero: «Penso che vi sia una forte responsabilità da parte di diversi livelli istituzionali e amministrativi. È giunto il momento di rompere il velo di omertà che da 23 anni copre quella che è stata una vera e propria fabbrica dei veleni e andare fino in fondo. Non si può mettere tutto a tacere».

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *