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Firenze. Corteo contro la repressione, sabato 28/01

CONTRO LA REPRESSIONESOLIDARIETÀ AI PRIGIONIERI E AI COMPAGNI DETENUTI PER MOTIVI POLITICI
Tortura, isolamento e pestaggi. Sono alcune delle pratiche che è costretto ad affrontare in ogni parte del mondo chi subisce la prigionia politica.Il sistema carcerario si ristruttura in funzione di una sua sempre maggiore efficienza nel tentativo di distruzione della identità politica del prigioniero, di estendere la sofferenza ai familiari, di impedire o limitare la solidarietà esterna in una cinica e fredda visione della vendetta politica.Si definiscono nuovi sistemi di differenziazione, si ridefiniscono circuiti speciali, si allargano ulteriormente i casi in cui è previsto il totale isolamento e si specializzano intere carceri a tale scopo.Il “miglioramento” delle propria condizione passa attraverso una attenta valutazione dei propri comportamenti, va di pari passo con l’esaudire le richieste della controparte e vale a dire l’abbandono della propria identità politica, l’abiura, la dissociazione, la collaborazione.Si allargano i casi in cui è prevista la carcerazione preventiva, aumenta a dismisura il ricorso a forme di carcerazione amministrativa e la realizzazione di strutture adibite a tale scopo e lo stesso ordine pubblico assume caratteristiche sempre più vicina ad una guerra interna sia nelle forme sia nel tipo di forze utilizzate.Misure il cui fine è quello di far tacere la lotta e la resistenza dei popoli, dei lavoratori e degli studenti, di chi si ribella all’occupazione militare, allo sfruttamento e al modo di produzione capitalista, di chi attraversa i mari per un futuro migliore, di chi si oppone ai rigurgiti del fascismo.
Misure frutto della logica dell’emergenza entrate strutturalmente nell’ordinamento ordinario, troppo spesso accettate a fronte dello stato emotivo creatosi a seguito di specifici accadimenti o frutto delle esperienze nella gestione dell’ordine pubblico nelle aree di guerra.Dalle coste del Nord Africa all’Irlanda, dagli Usa alla Turchia, dall’America Latina all’Italia, dalla Palestina al Paese Basco la realtà non cambia. Nello stesso modo nessuno può dirsi ad oggi estraneo a tutto ciò, nessuno di coloro che lotta indipendentemente dalle forme assunte, in una fase in cui è sempre più evidente che le rivendicazioni di ampie fette di popolazione trovano una risposta unicamente nella repressione. Ogni comportamento è sempre più frequentemente etichettato come “eversivo” o “terrorista” e così anche la repressione assume le caratteristiche necessarie.Per questi motivi lanciamo la data del 28 gennaio a Firenze come un momento di piazza nel quale aprire uno spazio a tutti i compagni, le realtà e le strutture che lavorano e si impegnano sul piano della solidarietà a livello internazionale, nazionale e locale.Uno spazio all’interno del quale portare la propria voce perché davanti alla repressione, alla detenzione e alla prigionia politica si rompa il silenzio.
SABATO 28 GENNAIO CORTEO CONCENTRAMENTO ALLE ORE 15.30 IN PIAZZA SS. ANNUNZIATA

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