Colpisce invece l’ipocrisia diffusa sui media e nella politica. Qualcuno aveva forse bisogno di questa inchiesta per prendere atto della natura squadrista delle formazioni neofasciste come Casapound e della lunghissima sequenza di atti che ne sono conseguiti a Napoli come in tutta Italia, qualcuno aveva davvero dubbi sulla “pedagogia” razzista e xenofoba che queste formazioni portano avanti (ben incoraggiate in un paese dove è stata al governo persino la Lega Nord…), sulla loro cultura sessista, sul loro ispirarsi apertamente al nazifascismo (il leader nazionale Iannone in pubblica intervista defini Hitler “un rivoluzionario”)…?
Qualcuno pensava forse che Gianluca Casseri, “scrittore d’area” cancellato in fretta e furia dal sito di Casapound dopo che aveva assassinato a freddo dei lavoratori immigrati, fosse un “pazzo isolato” e non già un neofascista cresciuto in questo ambiente?
Di certo noi lo sapevamo già! E lo sapevamo in tantissimi, a partire dalle oltre 5000 persone, studenti, donne, migranti, che contestarono duramente in piazza l’apertura di un centro di Casapound nel quartiere Materdei già nel 2009 e che hanno continuato a farlo fino a impedirlo.
Basta osservare i fatti, gli infiniti episodi di razzismo e di squadrismo che quotidianamente si riproducono in Italia da parte di questi gruppi, basta avere memoria delle trame nere che con la regia dei servizi segreti hanno insanguinato il paese in una storia non certo lontana.
E chissà cosa hanno da dire su questi temi quei personaggi di potere che allevano e proteggono queste formazioni e la loro ideologia, che li sostengono economicamente e politicamente. Per stare in Campania il parlamentare del PDL ed ex missino Laboccetta, l’ex presidente del consiglio provinciale Rispoli e tanti altri.
Abbiamo sempre respinto al mittente, e continueremo a farlo, la costruzione secondo la quale Casa Pound sia un’organizzazione formata da “bravi ragazzi” impegnati nel sociale, così come quella che legge le loro pratiche paragonandole ai movimenti realmente antagonisti, come uno scontro tra “opposti estremismi”. Li abbiamo sempre considerati pedine di un potere più grande e nemico di donne, immigrati, studenti, lavoratori e disoccupati sui cui vengono puntualmente scaricati i costi della crisi e che ogni giorno si mobilitano per cambiare le condizioni di tutti quelli che come loro sono sfruttati e oppressi.
Restiamo convinti che contro il diffondersi di pratiche squadriste e neofasciste, contro le pulsioni xenofobe e sessiste, rimane fondamentale il piano della mobilitazione sociale diretta, del presidio territoriale, l’informazione politica e l’autorganizzazione dal basso prodotte dalle lotte sociali e dai movimenti. Ed è su questi punti che la rete e tutte le realtà che si oppongono al neofascismo, all’autoritarismo, al sessismo e al razzismo devono sentirsi costantemente impegnati e responsabilizzati.
* Rete napoletana contro il razzismo, il neofascismo e il sessismo
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