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Usb. “La Manuli non risponde, ma investe in Polonia”

«La Manuli non ha ancora fornito alcuna risposta alle proposte di confronto avanzate dall’Usb, e intanto sta per far partire la produzione nel mega stabilimento polacco di Radomsko, dove assumerà 1.250 addetti, praticamente lo stesso numero di dipendenti che c’erano ad Ascoli nei tempi migliori. E tutto questo dopo aver avuto la cassa integrazione in Italia per mancanza di ordini, mentre gli ordini invece c’erano e continuano ad esserci». Lo afferma il segretario regionale del sindacato di base Andrea Quaglietti. «La smobilitazione della Manuli dall’Ascolano – dice Quaglietti – insieme a quello di altre aziende e fabbriche, sta provocando effetti preoccupanti e allarmanti sul territorio, tra cui quello più grave di tutti di famiglie intere di operai senza reddito sfrattate dai loro appartamenti con conseguenze drammatiche per loro e per la città di Ascoli». «Questo è accaduto – conclude Quaglietti – perchè non solo tutte le istituzioni non hanno sostenuto l’Usb nella lotta per la salvaguardia del sito e di tutto il comparto industriale nella Vallata del Tronto, ma anche perchè alcuni enti e organismi non hanno controllato come dovevano sulla legittimità del gruppo milanese a poter usufruire dal 2008 in poi della cassa integrazione, quando gli ordini c’erano e non esisteva crisi».

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