Le vendite al dettaglio nel 2011 calano dell’1,3% (dato grezzo) rispetto 2010, quando si erano mantenute, pur di poco, sopra lo zero (+0,2%). Lo rileva l’Istat spiegando che le vendite degli alimentari restano ferme e il non food scende dell’1,8%. Nel complesso si tratta del dato peggiore dal 2009.
Per la grande distribuzione il ribasso è stato dello 0,9%, più attenuato rispetto al -1,4% segnato dai piccoli negozi. Nel dettaglio, la grande distribuzione ha ricevuto un aiuto giusto da supermercati (+0,5%) e discount di alimentari (+1,6%). A livello settoriale i prodotti che durante il 2011 hanno fatto peggio sono: elettrodomestici, radio, tv e registratori e supporti magnetici, strumenti musical (entrambi -5,7%); decisi ribassi si rilevano anche per foto-ottica e pellicole (-2,5%) e calzature, articoli in cuoi e da viaggio (-2,4%). Colpisce come nessuna delle categorie individuate dall’Istat abbia segnato rialzi nel 2011.
I dati sono illuminanti: si cerca il prezzo più basso per qualsiasi merce (alimentari e non, in supermercati e discount). Paga prezzo soprattutto l’abbigliamento e dintorni (calzature, ecc), nonché per tute le spese superflue. I “saldi” a questo punto, per dichiarazione dei commercianti, “durano finché dura la merce”.
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