All’INPS le elezioni RSU 2012 hanno dato un chiaro responso: CISL e UIL hanno subìto un crollo di consensi senza precedenti, perdendo complessivamente oltre tremilasettecento voti rispetto al 2007. Perdono anche CISAL, CGIL e UGL. L’unico sindacato ad avanzare nettamente come voti e percentuali è USB, che passa dal 14,7% al 21% di rappresentatività e diventa saldamente il terzo sindacato a livello nazionale dietro alla CISL, la quale mantiene a stento il primato, e a ridosso della CGIL, che è seconda.
“Il risultato dell’USB all’INPS è straordinario – commenta Luigi Romagnoli, Coordinatore nazionale dell’USB INPS – soprattutto se si considera che il numero complessivo dei voti è diminuito di circa il 18% rispetto al 2007”.
Prosegue l’esponente USB: “Avanziamo in tutte le regioni. Diventiamo primo sindacato in Lombardia, Sardegna, Friuli, Molise, Trentino Alto Adige; secondi in Abruzzo e terzi in quasi tutte le altre regioni. Siamo il primo sindacato in molte Sedi capoluogo di regione, come Milano, Torino, Napoli, e in diverse province. Inoltre siamo secondi in Direzione Generale, una Sede certamente non facile per noi”.
“Abbiamo chiesto i voti per cambiare – incalza Romagnoli – perché vogliamo bloccare il disegno del Presidente Mastrapasqua di trasformare l’INPS in ente virtuale, in mano alle società esterne. Insieme ai lavoratori vogliamo restituire trasparenza agli appalti ed ottenere pari opportunità nella gestione del personale, sconfiggendo le logiche clientelari”.
“Il ruolo delle RSU – conclude il coordinatore dell’USB INPS – è morto per colpa della Riforma Brunetta e degli accordi firmati da CISL e UIL. Sta ora al protagonismo dei lavoratori riconquistare potere contrattuale e restituire significato all’essere stati eletti con voto democratico e diretto”.
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