RIPRENDIAMOCI IL PRIMO MAGGIO!!!
Il governo Monti sta portando avanti una serie di duri attacchi alle conquiste dei lavoratori. Se da un lato ha diminuito le imposte alle imprese, dall’altro ha alzato le tasse e abbassato le detrazioni ai salariati, aumentato le rette degli asili e le spese per la sanità, ha aumentato gli anni di lavoro per accedere alla pensione, condannando molti lavoratori e lavoratrici a lavorare fino ai 67 anni di età.
Ultimo in ordine cronologico è la controriforma del mercato del lavoro, che modifica l’articolo 18, con l’eliminazione quasi totale della reintegrazione, la graduale soppressione della Cassa Integrazione Ordinaria e la sua sostituzione in assegno di disoccupazione e il potenziamento del contratto di apprendistato, che è solo uno strumento per assumere con meno garanzie e ad un costo più basso. Tutto ciò, unito alla possibilità che la modifica dell’articolo 18 si applichi anche al pubblico impiego in un momento in cui le amministrazioni pubbliche sono in rosso e con il pareggio di bilancio dello Stato in Costituzione, significherà decine di migliaia di disoccupati in più.
Così che in una pesante fase recessiva sia il lavoro dipendente a pagare il prezzo più caro e migliaia di lavoratori e lavoratrici siano costretti ad una guerra tra poveri per accaparrarsi le poche briciole rimaste.
In questa situazione i grandi partiti e i vertici sindacali che hanno giocato al ribasso sulle nostre condizioni di vita per decenni, dopo aver firmato tutti i peggiori accordi e dopo aver introdotto il ricatto della precarietà, continuano a spacciarsi come difensori dei lavoratori e rivendicano come importanti vittorie cambiamenti di poche virgole, che non cambiano nulla nei fatti.
Vorranno farci credere che nonostante l’impotenza a cui sono condannati da questo sistema, potranno fare qualcosa di più che garantire la pace sociale, guadagnar poltrone e spartirsi affari.
Noi crediamo sia necessario rispondere con l’autorganizzazione, con forme di coordinazione e di sostegno che non devono passare per le burocrazie partitiche e sindacali per essere forti.
Esse dovranno cercare anche l’unione con i lavoratori delle fabbriche delocalizzate e di quanti in tutto il mondo stanno lottando con le nostre stesse aspirazioni.
Come stanno facendo i lavoratori di Esselunga a Pioltello, della logistica in Lombardia ed Emilia, come le migliaia di operai che da settimane attuano blocchi di strade ed autostrade, come hanno fatto i braccianti immigrati a Nardò l’estate scorsa, come i portuali di Oakland negli USA che per il primo maggio hanno chiamato allo sciopero generale, come i lavoratori Argentini che dopo la crisi del 2001 hanno occupato decine di fabbriche che ancora resistono e sono il germe di un’altra
società possibile.
Per ricominciare a prendere la parola direttamente, per recuperare il senso di un primo maggio di lotta internazionale, per dare voce a chi resiste.
Con lo sguardo rivolto verso le situazioni di lotta che si muovono anche sul nostro territorio.
Il 1° Maggio 2012 dalle 10 in Piazza delle Erbe a Padova si terrà un presidio con un microfono aperto da cui parleranno lavoratrici e lavoratori, studenti e disoccupati che credono nella necessità di mettere in comune le esperienze e le pratiche di lotta e le prospettive.
Assemblea autorganizzata di lavoratori e studenti
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