Domani, 3 maggio, l’USB Pubblico Impiego ha indetto la mobilitazione del personale del settore Difesa, con presidio davanti al Ministero della Difesa, in via XX Settembre angolo piazza San Benedetto, dalle ore 15.00
La protesta si svolgerà in concomitanza con l’incontro fissato sempre domani tra il ministro della Difesa e le organizzazioni sindacali, in cui USB P.I. contrasterà il contenuto del Disegno di legge delega per la revisione dello strumento militare nazionale, varato dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 6 aprile scorso ed approdato in Senato.
“Il programma di riforma elaborato dal ministro-ammiraglio Di Paola – si legge in un comunicato dell’Usb – non prevede una riduzione dei costi ma un bilanciamento della spesa militare: in pratica, meno soldi per gli stipendi e più risorse per gli armamenti, senza richiedere al Governo risorse aggiuntive”.
Tra le anticipazioni delle scorse settimane fatte dallo stesso Di Paola, trova conferma il taglio al personale militare (33.000 unità) e civile (10.000). Mentre per il personale militare si prevede un’operazione di transito nei ruoli civili, per quello civile si avvierebbe un processo di messa in mobilità che, in base all’art. 16 della Legge 183/2011, prescrive 24 mesi di tempo per la collocabilità e poi il licenziamento.
Secondo USB P.I., “si tratta di una scelta politica grave, mirata al progressivo spostamento delle funzioni proprie alla componente civile a quella militare e privata. E’ necessario ricordare che il taglio complessivo di 11.500 posti dalla pianta organica del personale civile della Difesa, attuati nell’ultimo triennio attraverso varie finanziarie, è già un tributo molto pesante, che ha avuto come riflesso un maggior carico di lavoro e di responsabilità”.
Dopo aver manifestato alla Difesa, i lavoratori si sposteranno a Palazzo Vidoni, per unirsi al presidio di tutti i dipendenti del Pubblico Impiego indetto in occasione dell’incontro fra ministro Patroni Griffi e organizzazioni sindacali con l’obiettivo di stilare un nuovo protocollo sul lavoro pubblico su temi quali il nuovo modello contrattuale, il reclutamento, la mobilità, l’occupazione e la previdenza complementare.
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