«La minore disponibilità economica di famiglie e individui sta trasformando abitudini e modalità di acquisto: paradossalmente è come se la crisi avesse livellato le esigenze sia dei ceti più abbienti che di quelli poveri, spingendo tutti verso forme di acquisto low cost».
È quanto emerge da uno studio della Confcommercio di Roma divulgato ieri. «Continua lo sviluppo delle forme alternative di commercio – spiegano dall’associazione -: il Lazio con 4.493 imprese che operano con modalità non tradizionali, fuori dal negozio classicamente inteso (vendita per corrispondenza, via internet e tv, vendita a domicilio e tramite distributori automatici) è tra le prime regioni in Italia in questi settori. La variazione percentuale di questa tipologia imprenditoriale tra il 2010 e il 2011 è stata di +242 unità, di cui 220 solo a Roma e provincia. Di queste 220 aziende in più, oltre la metà di occupa di commercio via internet».
Secondo la Confcommercio di Roma ad aumentare sono i discount, seguiti dalle medie e grandi strutture di vendita, «a tutto svantaggio del piccolo commercio al dettaglio». Anche il commercio ambulante, nelle sue varie forme, «è in aumento – spiegano -: a Roma e provincia nel 2011 si contano 9.755 imprese su un totale regione di 14.223, con una variazione tra 2010 e 2011 di 338 unità ».
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