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La Consulta boccia la trattenuta berlusconiana sul tfr dei “pubblici”

La Corte Costituzionale ha «bocciato» come incostituzionale la trattenuta del 2,5% sugli stipendi dei dipendenti pubblici. Con la sentenza numero 223 depositata l’11 ottobre, infatti, la Consulta ha annullato l’art. 12, comma 10 del decreto legge 78/2010, ossia la manovra economica 2011-2012 (varata da Berlusconi e Tremonti), convertito nella legge 122/2010, nella parte in cui discrimina i lavoratori pubblici rispetto a quelli privati, per i quali la trattenuta è interamente a carico del datore di lavoro.

«Fino al 31 dicembre 2010 – ricorda la Consulta nella sentenza – la normativa imponeva al datore di lavoro pubblico un accantonamento complessivo del 9,60% sull’80% della retribuzione lorda, con una trattenuta a carico del dipendente pari al 2,50%, calcolato sempre sull’80% della retribuzione».

«Nel nuovo assetto dell’istituto determinato dalla norma impugnata, invece, – spiega la sentenza – la percentuale di accantonamento opera sull’intera retribuzione», determinando «una diminuzione della retribuzione e, nel contempo, la diminuzione della quantità del Tfr maturata nel tempo». In questo modo la norma violava gli articoli 3 e 36 della Costituzione, perché consentiva «allo Stato una riduzione dell’accantonamento, irragionevole perché non collegata con la qualità e quantità del lavoro prestato e perché – a parità di retribuzione – determina un ingiustificato trattamento deteriore dei dipendenti pubblici rispetto a quelli privati».

Questa restituzione della trattenuta del 2,5% sul Tfr per i dipendenti pubblici versata negli anni 2011 e 2012 può avere «un valore complessivamente stimabile fino a 3,8 miliardi di euro, sui circa 3 milioni e 400 mila dipendenti (a data 2010)». Inoltre, l’effetto sul mancato incasso in termini contributivi per l’ex Inpdap si aggira su «una cifra che arriva fino a 2 miliardi di euro annui». È quanto sottolinea la Cgil, che parla di «una vera e propria bomba su conti Inps-Inpdap».

Dopo la sentenza della Consulta sul tfr, tutto il personale docente e ata della scuola, precario o di ruolo, potrebbe recuperare fino a 1.000 euro per le indebite trattenute operate in busta paga dal primo gennaio 2011. È la stima fatta dall’Associazione professionale e sindacale Anief. «La sentenza ha confermato quanto da mesi l’Anief affermava: la trattenuta per il tfr è interamente a carico del datore di lavoro, sia nel settore pubblico che in quello privato. Da quasi due anni, quindi, ai lavoratori della scuola lo Stato ha illegittimamente trattenuto il 2,5% dello stipendio in busta paga. È giunto il momento – è detto in una nota – di dire basta e di chiedere ai giudici la restituzione delle somme indebitamente poste a carico dei dipendenti, nonch‚ di imporre allo Stato di provvedere a versare in toto e direttamente l’accantonamento per il tfr sia per i 21 mesi precedenti che per il futuro». L’Anief ha messo gratuitamente a disposizione il modello di diffida, da compilare ed inviare all’Amministrazione, aggiornato dopo il pronunciamento della Consulta: «L’invio della diffida – conclude la nota – è requisito indispensabile per procedere, in caso di rifiuto dell’Amministrazione, a reclamare in giudizio quanto spettante».

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