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Morgan Stanley. L’Italia non è per niente fuori da pericolo

Non tutti pensano, come Monti, che l’Italia stia per vedere “la luce in fondo al tunnel” o che “il peggio sia ormai alle nostre spalle”.
Gli analisti di Morgan Stanley hanno ridotto la stima di crescita per l’Italia nel 2013, portandola da -1% a -1,2% nello scenario di base, mentre per l’anno in corso la perdita viene stimata intorno al -2,1%. In un rapporto dedicato all’Eurozona, Morgan Stanley parla di un ‘political cliff’ per il nostro Paese, grazie anche all’incertezza dello scenario politico pre-elettorale, con risultati al mmento imperscrutabili che potrebbero «avere un impatto negativo sul percorso di riforma». Non escluse neppure «implicazioni in merito alle probabilità che il Paese decida di chiedere aiuto» per il rifinanziamento del debito sovrano.
Una mini-ripresa, con un miglioramento dello 0,5% del pil, è prevista solo nel 2014. La disoccupazione dovrebbe invece arrivare al 12,7% nel 2013 (dall’11% previsto per quest’anno e contro 8,4% nel 2011) e e crescere ancora nel 2014 (12,8%).
Non mancano comunque le pacche sulla spalla del governo più vampiro degli ultimi 60 anni. Tra i fattori positivi, gli esperti di Morgan Stanley citano la correzione di bilancio, anche se è risultata minore del previsto; nonché i tassi di interesse più bassi (grazie alla riduzione dello spread).
Volendosi consolare con poco, e il governo siamo certi che proverà a farlo, “il ritmo della recessione starebbe rallentando”, ma di crescita potenziale meglio non parlare. A seguito della crisi e delle “riforme strutturali” si sarebbe infatti aggravata dello 0,5% annuo. Le stesse riforme, con un imbarazzante salto mortale logico, vengono definite come «un passo nella giusta direzione, ma finora non molto incisivo».

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