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Licenziati e assunti. Il giudice respinge il ricorso Fiom

Il giudice del Tribunale di Roma ha respinto il ricorso presentato dalla Fiom contro le 19 procedure di mobilità annunciate da Fabbrica Italia Pomigliano lo scorso 31 ottobre, e sulle quali non si è trovato un accordo tra azienda e sindacati; la trattativa è infatti finita la scorsa settimana con un verbale di mancato accordo.
Il giudice ha emesso la sentenza questa mattina. L’azienda per ora non commenta. Nell’ottobre scorso la Corte d’Appello di Roma aveva dato ragione alla Fiom sull’assunzione dei 145 suoi iscritti confermando una innovativa sentenza del Tribunale che, a giugno, aveva deciso che la Fiat avrebbe dovuto assumere iscritti al sindacato del meccanici della Cgil nella misura di 145.  
La Fiat ha seguito una linea di ritorsione sulla massa degli operai. Non potendo più evitare di riassumere il numero di lavoratori iscritti alla Fiom ha optato per il licenziamento di altrettanti dipendenti, in modo da tentare di sctenare per l’ennesima volta la “guerra tra poveri”. Ma stavolta il tribunale, su ricors sempre della Fiom, non ha trovato giustificazioni legali per costringere la Fiat a tenere un comportamento diverso.
Secondo Maurizio Landini, segretario generale della Fiom-Cgil,«Il fatto che il tribunale abbia rigettato il nostro ricorso per dichiarare illegittima la procedura di mobilità è dovuto al fatto che due giorni prima gli altri sindacati, Fim, Uilm e Fismic e Ugl hanno firmato a Pomigliano un verbale che riconosce che ci sono più di 2mila esuberi». La Fiom incassa la sentenza del Tribunale di Roma, definendola come un’ordinanza «negativa» e «certamente insoddisfacente» rispetto all’azione legale intrapresa.
L’unica soluzione possibile, ora, è quella di «un contratto di solidarietà che tenga tutti dentro»,
La parola torna al conflitto, se ce la si fa…

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