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Bon ton padronale: coltellate a dipendente che chiede lo stipendio

Ci sono padroni che si lamentano sempre, sia in pubblico che in privato. Ed altri che, in privato, meneo fendenti non metaforici contro i lavoratori alle loro dipendenze.
Un cameriere egiziano di 24 anni, a Fiumicino (Roma) aveva ingenuamente chiesto di ricevere il suo stipendio, ma invece è stato picchiato e accoltellato dal gestore di un ristorante di Fiumicino, dove la vittima. Il gestore del ristorante, egiziano anche lui, ma dal passato non proprio immacolatol’ha preso invece a  calci e pugni. Era finito all’ospedale, il 29 aprile.
Ma siccome è un ragazzo onesto e tenace, nonostante ferite e fratture (era ingessato a una gamba), nel pomeriggio del primo maggio – col locale naturalmente aperto – è tornato a ripetere la sua richiesta e ritirare i suoi “effetti personali”. Questa volta il padrone l’ha preso direttamente a coltellate con un tranciante lungo mezzo metro. Per fortuna che tra i presenti nel locale qualcuno ha chiamato il 113, che è intervenuto quasi subito.
Il ristoratore è stato infine arrestato, ovviamente.
Ma, a prescindere dalla nazionalità (ci sono stati numerosi casi simili, conclusisi addirittura con l’omicidio del lavoratore), si conferma la stretta parentela tra imprenditoria e aggressività criminale. Lo stigma dell'”accumulazione originaria”, insomma, sopravvive nella testa di ogni imprenditore, ancorché non abbia studiato i testi del marxismo.

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