E’ morto Costanzo Preve, filosofo, intellettuale erudito, pensatore originale. Costanzo Preve era una persona squisita e un intellettuale marxista niente affatto organico, prima dentro Dp e poi dentro il Prc. La “sinistra” di governo glielo ha fatto sempre pesare e pagare. L’ultima volta furono le elezioni del 1996, quelle che portarono al primo governo Prodi. Costanzo Preve insieme a Gianfranco Lagrassa, Maria Turchetto e Malcolm Sylvers, firmarono una lettera comune che invitava all’astensione. Non gliela hanno mai perdonata dando inizio a quel processo di ostracizzazione politica, culturale e accademica che ci ha fatto perdere Costanzo Preve. Con Preve avemmo un lungo confronto sui problemi della transizione ospitato sulle pagine di Contropiano a metà degli anni Novanta. Un confronto che accentuò le divergenze ma con grande rispetto reciproco. L’isolamento e il risentimento di Preve verso una comunità di intellettuali organici al riformismo lo ha mano a mano consegnato a casa editrici e pubblicazioni che vengono classificate come “rossobrune” e in alcuni casi di destra. Aver perso Preve al dibattito del movimento di classe è una colpa tutta nostra. Pur non condividendo molte delle sue scelte e riflessioni degli ultimi anni, rimane difficile non avere rispetto per la sua levatura teorica e simpatia per il suo carattere anticonformista. E’ una morte che pesa quella di Preve, soprattutto perchè non lascia eredi all’altezza e perchè lo abbiamo lasciato andare su sentieri che non dovevano essere quelli che ha percorso negli ultimi anni.
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Luciano
Ho conosciuto Costanzo in varie occasioni di movimento ed aver poi scoperto che era originario della mia città,che non è Torino,città per la quale nutriva una malcelata antipatia,bensì una cittadina al confine con la Lombardia,ed aver inoltre appreso della sua prolifica attività di scrittore di testi di filosofia di una levatura teorica impareggiabile,sono stati per me un autentico detonatore, essendo stato uno studente proprio di quella facoltà che con la” koinè universale” si era confrontato..Era intervenuto,lo ricordo bene, ad un convegno a Milano promosso dal Punto Rosso,in cui aveva quasi scandalizzato gli astanti,molti dei quali sono ora nel “partito europeo”,con un intervento durissimo e ironico nel contempo, contro l’allora ceto dirigente di “sinistra”,ma soprattutto, assieme a Samir Amin,elencò una lunga serie di buoni motivi per non sottoscrivere il trattato di Maastricht;e siamo ai primi anni novanta!In seguito,poi,ad un autentica conventio ad exludendum da parte di una pseudo sinistra,fattasi nel frattempo “destra moderna”,non si perdeva occasione per accusarlo di nichilismo,se non apertamente di contiguità con la destra(sic);si potrebbe dire oggi, da che pulpito!.Non ho però mai condiviso la sua troppo frettolosa quasi liquidazione del marxismo come strumento utile a decifrare la realtà del capitale,categoria analitica del presente a cui,nonostante tutto ne riconosceva la superiorità su altre più celebrate.E’ stato,questo sì,un hegeliano convinto,mai dogmatico,che credeva fermamente nella “dialettica”,sempre disposto a confrontarsi con chiunque avesse a cuore la ricerca sistematica della verità a cui non ha mai rinunciato,neanche quando gli si offriva ben altro che una semplice cattedra da insegnante di liceo!Un grande,grandissimo esempio di autonomia intellettuale e coerenza esistenziale.Che la terra gli sia lieve.