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Giovani-che? Contro un eterno tour di precarietà e disoccupazione

Mercoledì 9 aprile il Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi sarà in visita a Pisa, per la prima tappa del ‘GiovaniSi Tour’.

L’intenzione di Rossi di “dialogare” con i giovani riguardo al progetto “Giovanisì” è una vera e propria presa in giro: il progetto della Regione Toscana, che si propone “di ridare ai giovani un futuro sulla base nel merito e nello studio”, è la foglia di fico che nasconde la realtà drammatica delle politiche che nella nostra regione come in tutta Italia continuano a precarizzare il lavoro di giovani e non, a devastare l’Università pubblica e la ricerca, a creare disoccupazione: a partire dai lavoratori assunti con contratti precari dalla Regione Toscana e dal Comune di Pisa, condannato nel luglio 2012 al rimborso di oltre 100.000 euro a sei lavoratori co.co.co impiegati illegalmente come subordinati a tutti gli effetti.

Chiediamo quindi al Presidente Rossi e al Sindaco Filippeschi di stabilizzare immediatamente , come atto minimo dicoerenza, i tanti giovani precari che lavorano nelle pubbliche amministrazioni locali, invece di distribuire briciole e illusioni a chi ha bisogno di certezze per costruirsi un futuro sicuro e degno.

Altro che “merito”, “opportunità”, “futuro”: parole buone, ormai, solo per una retorica squallida, a fronte di una disoccupazione giovanile che in Toscana raggiunge il 30 %, con 80.000 giovani tra i 15 e il 29 anni che non studiano, non lavorano, né cercano un’occupazione. A proposito di “merito”, grazie alle politiche del DSU, a Pisa più della metà degli studenti aventi diritto all’alloggio in base alle graduatorie ne sono rimasti privi: evidentemente il “merito” è solo quello di chi si forma nelle “scuole d’eccellenza”, come il Sant’Anna di Giuliano Amato e dell’ex ministro Maria Chiara Carrozza, serbatoio di futuri quadri del Pd.

Il “Job Act” del “giovane” Renzi darà un ulteriore colpo durissimo, con la “rottamazione” delle ultime tutele rimaste nel mondo del lavoro: attraverso le riforme di liberalizzazione dei contratti non verrà creato un solo posto di lavoro. Anzi, in linea con le politiche europee, possiamo prevedere un aumento generale dello sfruttamento e della competitività tra lavoratori a cui i principi di merito e produttività, veicolati da anni sui posti di lavoro e nei luoghi di formazione, garantiranno il sostrato ideologico necessario ad essere accolto senza “traumi” particolari da chi subisce l’attacco in prima persona.

Ma chi sono i veri responsabili di queste politiche? Una precisa catena di comando, che parte dall’Unione Europea e i suoi organismi di potere (BCE, Commissione Europea, FMI), passa attraverso il Presidente della Repubblica Napolitano e il governo delle larghe intese (in primo luogo dal partito-regime, il Pd), fino ad arrivare ai governatori delle Regioni e agli amministratori locali, gli esecutori fedeli dei diktat del governo europeo, delle banche e del grande capitale.

Lo smantellamento dell’Università pubblica, la precarizzazione selvaggia del mercato del lavoro, la disoccupazione giovanile, l’emigrazione, in Italia come negli altri paesi “Pigs” (Portogallo, Grecia, Spagna), sono funzionali ad una divisione internazionale del lavoro che vede questi ultimi paesi fornire mano d’opera materiale ed intellettuale a basso costo per mantenere alti i livelli di competitività per il capitale.

Il Presidente Rossi, che intende acquistare la fiducia dei giovani con questa ennesima operazione di marketing, non è il benvenuto nella nostra città!

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