Oggi (7 maggio, ndr), studentesse e studenti delle facoltà di Napoli hanno contestato l’ennesima passerella del Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, “ospite” per il 150enario del Suor Orsola Benincasa.
All’ “appuntamento con gli studenti” previsto per il primo pomeriggio proprio gli studenti non sono mancati. Eppure la reazione del Ministro e delle forze di polizia – incredibilmente schierate a presidiare l’esterno del palazzo e a bloccare l’ingresso della sala che ospitava la conferenza – non è stata delle più cordiali.
Arrivati nell’aula gli studenti vengono accerchiati dalla digos che con spintoni e minacce prova ripetutamente ad allontanarli e ad impedirgli – di fatto – di prendere parola. Il tutto sotto gli occhi di un Ministro che, davanti a stampa e televisioni, è sempre pronto a ribadire la propria “disponibilità” e “apertura” ad ascoltare le istanze degli studenti.
Evidentemente, nel progetto di scuola e università competitiva e d’eccellenza che la Giannini ha dichiarato prioritario per il governo Renzi non c’è posto per le esigenze reali delle migliaia di studenti “poco meritevoli” che, ogni giorno, si scontrano con un mondo dell’istruzione ridotto a brandelli, in cui vengono sempre di più a mancare borse di studio, mense, alloggi, diritti minimi.
Un modello, quello del Ministro Giannini in perfetta continuità coi governi precedenti che, forte della retorica meritocratica, non fa altro che promuovere all’interno degli atenei e delle scuole una feroce selezione di classe, per consolidare il processo – avviato ormai da anni – di aziendalizzazione e polarizzazione degli atenei e costruire la tanto sbandierata “sinergia” con il mondo del lavoro a colpi di apprendistato e stage – ovvero lavoro a gratis o malpagato privo di alcuna garanzia o prospettiva di stabilità.
E’ questa infatti la direzione in cui si muove anche l’esecutivo Renzi: un attacco complessivo alle condizioni di vita e lavoro di migliaia di giovani e non, basti pensare alla prima tranche del Jobs Act che va a modificare – precarizzandoli ulteriormente – proprio i contratti a termine e l’apprendistato.
A tutto ciò siamo noi a dover costruire una risposta forte a partire dai nostri bisogni, dai diritti che quotidianamente ci vengono sottratti, riprendendo parola senza credere a nessuna delle ricette offerte da chi non tiene assolutamente conto delle necessità dei soggetti collettivi che compongono la nostra società.
E’ per questo che scenderemo in piazza il 13 Maggio, data in cui ci saranno i test INVALSI nelle scuole (che servono esattamente per stabilire, secondo criteri di merito, a quali scuole destinare i fondi per l’istruzione) e saremo a Torino l’11 Luglio per il vertice sulla disoccupazione giovanile: per ribadire che i diritti non sono un privilegio per pochi avvantaggiati dalle proprie condizioni di partenza, ma devono essere una garanzia per tutti!
I DIRITTI NON SI MERITANO SI CONQUISTANO!
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