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Roma. Il Teatro Valle non è più “occupato” ma resta in attività

Qui di seguito il lungo comunicato stampa diffuso oggi dagli occupanti del Teatro Valle:

Oggi, 11 agosto 2014, il Teatro Valle esce dallo stato di occupazione e inizia una nuova fase costituente: una istituzione riconosciuta, innovativa e europea che raccoglierà l’esperienza di questi tre anni, rinnovando la vocazione alla sperimentazione artistica del Teatro più antico di Roma.

Il Comune ha compiuto un atto politico importante. Raccogliamo l’impegno preso simbolicamente dal Teatro di Roma: configurare insieme il progetto di un teatro partecipato gestito in maniera condivisa da un’istituzione formale pubblica e da un’istituzione informale, creata dal basso, partecipata e ispirata ai principi dei beni comuni. Una sperimentazione senza precedenti in termini di innovazione e ibridazione tra modelli differenti.

Un impegno che vogliamo facilitare, affinchè si traduca ora concretamente in una nuova modalità di interlocuzione paritaria fino alla scrittura in tempi brevi di una Convenzione attraverso un calendario concordato.

 

Il Teatro Valle è un’esperienza in continua metamorfosi. In questi tre anni è stato abitato da centinaia di artisti, animato da assemblee, residenze creative e attività di formazione. Tutto questo si sospenderà all’interno del Teatro per consentire alla Sovrintendenza di svolgere i sopralluoghi e i lavori necessari alla messa a norma dello spazio.

La Fondazione proseguirà in autonomia il laboratorio artistico, politico e sociale senza interrompere i processi in atto.

Queste settimane di mobilitazione, grazie al pensiero e alla presenza di centinaia di persone, hanno ottenuto:

– che la gestione del teatro non venisse messa a bando.

– che la trattativa diventasse pubblica coinvolgendo tutta la città.

– che la Fondazione diventasse interlocutore delle Istituzioni pubbliche di Roma.

– che il modello di gestione, di produzione artistica e di partecipazione reale sperimentato in questi anni di occupazione fosse parte imprescindibile dell’interlocuzione.

Sono dei primi importanti risultati, mala trattativa è tutt’altro che conclusa: è al contrario appena all’inizio. Molti sono gli obiettivi e le garanzie ancora da conquistare attraverso l’impegno e la presenza della cittadinanza e degli artisti.

Per prima cosa, affinchè la gestione del Teatro Valle rimanga pubblica, è necessario un impegno del Ministero che invitiamo a sedersi ai futuri tavoli di discussione.

Ancora più importante è sottolineare che un confronto serio non può esaurirsi al tema dell’affidamento della gestione del spazio. Il tema è piuttosto come si gestisce un’istituzione partecipata in termini di diritti dei lavoratori dello spettacolo, di nuove forme di produzione culturale, di superamento dei monopoli sul diritto d’autore, di equa distribuzione delle risorse. Questioni che non possono considerarsi concluse nell’arco di questi pochi giorni di dialogo e che costituiscono l’orizzonte politico della sperimentazione in corso. Questo è il piano che dovrà aprirsi nei prossimi tempi e su cui ottenere degli avanzamenti.

 

È indispensabile un tavolo di lavoro reale con le istituzioni, la cittadinanza e gli altri spazi informali di produzione che verta su nuovi possibili modelli di gestione partecipata a partire dalle pratiche dei beni comuni. Questo tavolo è il primo obiettivo che vogliamo raggiungere da subito, affinchè si inneschi un processo di trasformazione riproducibile nel sistema culturale di questo Paese e nelle politiche culturali della città.

Infine resta necessario ricevere solide garanzie sul futuro del Valle, attraverso la scrittura di una Convenzione da concordare con le Istituzioni competenti.

 

Per tutte queste ragioni chiediamo alle istituzioni, come atto di fiducia reciproca, di non chiudere il  Teatro, mantenendo aperto il Foyer come laboratorio di creazione e di confronto e consentendo così ai cittadini di continuare a fruire dello spazio e a partecipare a questo appassionante e inedito percorso di elaborazione aperta. La Fondazione Teatro Valle Bene Comune si rende disponibile a farsi custode di questo luogo. Nel suo ruolo di custode la Fondazione costituirà un Cantiere Scuola sui lavori di messa a norma con la collaborazione di storici dell’arte e restauratori e con la partecipazione di studenti universitari. In coerenza con lo stile di questi anni, la Fondazione desidera trasformare anche la fase di ristrutturazione in un momento di formazione al quale si sono offerti di partecipare, mettendo a disposizione le proprie competenze, Paolo Berdini, Massimo Bray, Paolo Maddalena, Ugo Mattei, Tomaso Montanari, Salvatore Settis.

 

La Fondazione Teatro Valle Bene Comune, i suoi artisti e le sue maestranze, per dare continuità alla stagione estiva 2014 del Teatro Valle, inaugurano un nuovo palco che metterà in relazione gli spazi interni del teatro con la città, attraverso una struttura sospesa sulla sua facciata.

Prendersi cura del teatro ha voluto dire non solo tutelarne l’architettura ma anche svilupparne il percorso di ricerca artistica e politica, aprendolo alla città.

La struttura sarà una piattaforma di sperimentazione artistica e teatrale in coproduzione con compagnie, artisti e istituzioni italiane ed europee, oltre che un display dei lavori in corso, che si svolgeranno in collaborazione con l’osservatorio dei garanti promosso dalla Fondazione Teatro Valle Bene Comune. Un diaframma fra l’interno e l’esterno che porta avanti il laboratorio artistico e politico degli ultimi tre anni e lo rilancia dando forma alla sfida che questa nuova fase rappresenta.

Quando la stagione teatrale romana chiude il Teatro Valle ricomincia.

 

 

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