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Milano si prepara alla mobilitazione antirazzista del 18 ottobre

Il 18 ottobre la Lega farà a Milano con un corteo razzista e xenofobo, che avrà come slogan “stop invasione”: invitiamo la Milano che ama la libertà, quella che lotta per i diritti di tutte e tutti, a ribellarsi, a scendere nelle strade, e a farlo in maniera ampia, colorata, irriverente e che affermi chiaramente che nei nostri quartieri, nella nostra città, nessuno è illegale, e che l’unica invasione che vediamo è quella delle retoriche razziste, dei rigurgiti fascisti che provano a diffondersi in Europa, e quella delle guerre che vengono combattute sempre negli interessi di pochi e a discapito dei diritti, della vita e della dignità di tant*.

Signore e signori, attenzione, l’invasione dei barbari è in atto!

Li vedete? Sono lì, con i loro fazzoletti e le loro magliette verdi, che guardano con sospetto ogni altro colore, che rubano tesori e tesoretti da nascondere in Tanzania, che hanno murato le nostre case per venderle sottocosto ad amici mafiosi e palazzinari… non lasciatevi ingannare dai loro roboanti proclami, dai loro sorrisi e dagli sguardi ammiccanti, signore e signori!

Con i  loro buffi elmi cornuti, stanno seduti sulle poltrone delle più alte cariche regionali e intanto fanno e disfano, distribuendo appalti e favori a chi porta in omaggio ampolle di acqua di Pontida o altrettanti fluenti denari. Qualcuno di loro, non soddisfatto degli affari ivi sistemati si è spinto giù, fino Roma, dove il bottino da saccheggiare è più grosso, anche se le briciole che rimangono a noi son sempre le stesse. Sono strani questi barbari, ossessionati da muri e barriere che innalzerebbero persino nel mare a difesa della loro Contea Padana e di un mondo tutto verde dove null’altro ha diritto di esistere…

E non è una favola per bambini, signore e signori: sono Milano e la Lombardia del 2014. È qui infatti che la Lega ha alzato il suo fortino, comodamente seduta sullo scranno della presidenza regionale, andando a braccetto con partiti e organizzazioni neofasciste e neonaziste in tutta Europa, finanziando scuole e sanità private invece di quelle pubbliche, facendo affari con mafie e ‘ndrine per la gestione dei territori e la spartizione della torta di Expo, svendendo case ed edifici pubblici a palazzinari e speculatori mentre le liste per l’assegnazione di case popolari si allungano sempre di più. Dicono di essere contro la crisi, mentre sono sistemici ad essa, continuando ad alimentare le speculazioni e al contempo la paura e la guerra tra i poveri che sole possono dividere città e territori: da un lato chi fa affari, chi specula, chi costruisce superstrade inutili con soldi pubblici, chi fa buchi da milioni nelle casse dell’Aler per dare la paghetta ad amici e parenti, dall’altro chi deve essere precario, ricattabile, sfruttabile, clandestino per consentire ai primi di continuare ad gonfiare le proprie tasche. Da un lato l’Expo del magna magna e degli interessi dei soliti noti (banchieri, mafiosi, impresari dell’edilizia e agenzie immobiliari), dall’altro l’Expo delle devastazioni ambientali, della distruzione di intere aree, dello sfruttamento di manodopera senza diritti a un 1 all’ora, dell’applicazione dell’articolo 5 del Piano Casa che impedisce la residenza a chiunque non possa permettersi i costi esorbitanti di questa città.

Parlano di invasione, questi barbari in doppio petto e agghindati di verde, seminano paura, puntando il dito contro chiunque sia diverso, contro chi rivendica diritti e dignità, sia esso migrante, rom, rifugiato, omosessuale, transessuale, sfrattato o senza casa, lavoratore precario, studente… Costruiscono guerra tra poveri, facendo dei migranti il nemico numero uno da controllare e reprimere, fingendo di ignorare come migliaia di uomini e donne si muovano in cerca di un futuro e di una vita degni, lontano dalle guerre e dalle devastazioni dei territori che sono state fomentate, negli ultimi decenni, dalle scelte politiche ed economiche portate avanti dall’UE e dagli USA, nonché da banche e multinazionali e combattute con armi che proprio il nostro paese con le sue “eccellenze” industriali produce e vende a tutti gli attori negli scenari di guerra. La stessa Europa che oggi si fa Fortezza erigendo quei muri invocati dalla Lega e dai suoi alleati neofascisti e nazionalisti europei, che continuano a invocare diritti solo per pochi, che continuano a strillare alla militarizzazione delle frontiere e dei confini, che restano aperti solo per merci e capitali.

Milano ama la libertà e i diritti, Milano è meticcia, ibrida, soggetta a contaminazioni continue: studenti e precari, lavoratori occasionali/stagionali, migranti campani, pugliesi, siciliani, eritrei, marocchini, peruviani… siamo noi a produrre ed a garantire la sua economia, a costruire la sua cultura con il nostro ingegno, la nostra creatività, condividendo i nostri saperi, a rendere i suoi quartieri vivi, attraversati, ad animarli di relazioni. L’unica invasione che vediamo è quella di questi rigurgiti razzisti, xenofobi e ultranazionalisti che vorrebbero lasciarci come unica opzione retoriche vecchie di decenni, crisi e paura. Ma noi abbiamo imparato per le strade e le piazze dei quartieri, nei corridoi e nei cortili delle scuole, nei chiostri e nelle aule delle università, a costruire reti solidali, a parlare le mille lingue della città meticcia, a riconoscerne i volti, a riprenderci insieme, dal basso, i diritti che in nome della paura e della (loro) sicurezza vorrebbero negarci.

All’invasione delle camicie verdi e dei loro vecchi e nuovi amici dell’estrema destra di mezza Europa, diciamo chiaramente che gli unici ad essere stranieri e a non avere cittadinanza, qui, sono loro.

Comitato per non dimenticare Abba e per fermare il razzismo

 

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