Blitz neofascista alla seduta di ieri del Consiglio Comunale. Alcuni fascisti militanti del Fronte della Gioventù (ennesima nuova sigla usa e getta guidata da Giuliano Castellino) sono entrati nell’aula Giulio Cesare gridando “Marino vattene”, parafrasando alcuni cori da curva e lanciando in aria dei volantini nel quale si contesta il nuovo luogo di Roma Capitale, ritenuto poco rappresentativo della “romanità”.
I fascisti, molti dei quali giovanissimi, sono stati allontanati dall’aula dai vigili su richiesta del presidente Valeria Baglio, che ne ha chiesto l”identificazione. C’è stato qualche spintone tra vigili e fascisti ma nulla di più. Giuliano Castellino è un noto neofascista romano famoso, anche nel suo ambiente, per i frequenti cambi di casacca e la produzione illimitata di nuove sigle e movimenti del mosaico neofascista capitolino. A Capodanno era stato arrestato con un etto di cocaina nel bauletto dello scooter che il magistrato ha ritenuto essere per “uso personale”. L’eccitazione per l’esibizione del saluto fascista in Campidoglio risale al 2008, quando Alemanno venne eletto sindaco e le bracce tese riempirono la scalinata del luogo storico che ospita il consiglio comunale della città. Scene che si sono ripetute spesso in aula durante l’amministrazione Alemanno alternate alle grida di “Folgore” a chiusura dell’inno di Mameli che apre le sedute del consiglio (cerimonia richiesta però dalla consigliera di Sel Gemma Azuni in funzione antileghista ma con effetti retorici ben diversi). I fascisti in Campidoglio, tra gli scranni o nello spazio riservato al pubblico, sono stati per cinque lunghi anni una costante, resa agevole dal fatto che dentro il consiglio o nei dintorni si è assottigliata negli anni la soggettività antifascista nella sua accezione più coerente e militante.
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marco
oggettivamente il nuovo logo del comune di roma è una porcata.
l’acronimo SPQR stava lì da 2763 anni senza che nessuno, dai gracchi a petroselli ne sentisse il bisogno di cambiarlo.
Peggio ancora con un provinciale “rome and you” carico di significati coloniali, affatto edulcorati dalle patetiche bolle cromatiche sostitutive della corona turrita, simbolo delle municipalità.
Quel che è peggio è che questa oscenità è costata alla cittadinanza 20.000 euro, il tutto mentre si vendono musei storici e beni collettivi (i fascisti si lamentano solo del momento della vendita… ci si sarebbe potuto guadagnare di più secondo loro) per finire la cosiddetta “nuvola” .
Struttura dall’utilità a dir poco dubbia.
Tutto il sistema culturale della città è allo sbando, rimodellato e semplificato ad uso e consumo del turista di massa.
Escludendo da qualunque percorso di crescita culturale i semplici cittadini.
Questa è una battaglia su cui noi abbiamo argomenti più concreti e di maggiore impatto.
Sarebbe un grave errore sottovalutarla e lasciare come al solito che i fascisti riempiano il vuoto