Ieri mattina alla borgata Alessandrina, zona sud di Roma,intorno alle 5:00 compagni e compagne, amici e solidali si sono radunati in un picchetto in via del Grano 15, per resistere insieme a Ionica e alla sua famiglia, all’esecuzione dello sfratto. Alle 7:30 un ingente dispiegamento di forze dell’ordine (7 blindati e decine di poliziotti in assetto antisommossa),militarizzando l’intero quartiere, ha circondato il picchetto che, purtroppo, non è riuscito ad impedire lo sfratto. Dopo circa un’ora i reparti della celere sono entrati
nell’appartamento accompagnati dai medici di un’ambulanza, chiamata per il marito di Ionica, che si trovava a letto con una frattura a un piede. Durante lo sgombero dell’appartamento anche Ionica è stata colta da un malore a causa della brutalità dell’irruzione ed è stata trasferita con il marito all’ospedale.
I due figli minorenni sono stati portati fuori dalla casa in evidente stato di choc ed accompagnati in una casa famiglia nell’attesa che i genitori venissero entrambi dimessi dall’ospedale e li potessero raggiungere.
Il picchetto si è mosso poi in corteo per le strade del quartiere Alessandrino, ha attraversato il centro commerciale casilino distraendo per alcuni minuti l’ordinario flusso di consumo, per arrivare al Policlinico Casilino, dove erano stati condotti i due coniugi. Il corteo ha raccontato con forza e determinazione al territorio quanto accaduto, raccogliendo la solidarietà di molti abitanti.
I solidali si sono attivati per la ricerca di una soluzione al problema abitativo di Ionica e della sua famiglia garantendo che i due figli non venissero separati dai genitori ed affidati all’assistente sociale.
Nonostante la totale assenza di soluzioni da parte delle istituzioni competenti e del municipio, è stata trovata una sistemazione per Ionica e la sua famiglia.
Abbiamo già potuto constatare il notevole cambio di passo nella gestione dell’ordine pubblico durante gli accessi effettuati nei primi giorni di marzo. Chiaramente gli spazi di mediazione sono chiusi, l’amministrazione comunale e le istituzioni non hanno nulla da offrire, e solo la questura di Roma e la magistratura hanno voce in capitolo sugli sfratti e sul governo dei territori. Misure cautelari, denunce,
sfratti eseguiti con la forza pubblica, attaccano direttamente un livello di resistenza che si mette in campo.
Mentre la situazione relativa agli sfratti a Roma è sempre più drammatica e allarmante, la solidarietà e i picchetti, a fianco di chi decide di resistere e lottare, saranno sempre più numerosi, partecipati e decisi.
Ed è per questo che la Rete antisfratto invita tutti coloro che abitano e vivono il quadrante est della capitale a partecipare e portare la propria solidarietà nei prossimi picchetti del mese di marzo.
Dopo le misure cautelari che ieri hanno colpito alcuni/e nostri/e compagne e compagni, e dopo quanto accaduto oggi, siamo ancora più convinti del fatto che isolati è impossibile resistere ma insieme è possibile organizzarsi e lottare, partendo dalle relazioni solidali che tutti i giorni costruiamo nel nostro territorio.
Come si è urlato oggi nelle strade: noi sappiamo da che parte stare, e sappiamo di essere nel giusto.
Mai un passo indietro! Sempre al fianco di chi lotta!
Rete Antisfratto Roma Est
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