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Roma. Presidio della Comunità sudanese contro il colpo di Stato in Sudan

Nel pomeriggio di ieri, domenica 19 dicembre, la Comunità sudanese in Italia di base a Roma si è riunita per un presidio a piazza dell’Esquilino per fare sentire la propria voce contro il colpo di Stato militare e il massacro dei civili in corso in Sudan.

Sono mesi che la comunità scende in piazza, ma ieri era un giorno speciale in quanto ricorreva il terzo anniversario della “Gloriosa rivoluzione di dicembre”, ossia la data a cui si fa risalire il momento in cui il popolo sudanese, dopo una mobilitazione impressionante per numeri e intensità, riuscì a far cadere il pluriennale regime di Al-Bashir.

Da lì, la promessa transizione pacifica dei poteri dai ranghi militari alla società civile non è mai avvenuta, interrotta bruscamente dall’ex capo della logistica di Al-Bashir, Abdel Fattah Al-Burhan, che ha dissolto militarmente il Consiglio di transizione, arrestato i componenti non-militari – tra cui l’ex Primo ministro del governo di transizione, Abdalla Hamkok – e iniziato una repressione feroce di ogni dissenso al “nuovo” regime militare.

Le mobilitazioni in Sudan così come la solidarietà attiva e in molti altri paesi tuttavia non si sono mai arrestate, segnalando una forte voglia di riscatto da parte del popolo sudanese, sia in patria che all’estero.

Un riscatto per la “libertà, pace e giustizia” ignorato da gran parte della stampa mainstream, più impegnata a nascondere gli interessi che gli imperialismi occidentali condividono con le multinazionali che sfruttano uomini, donne, bambini e territori del continente africano, o l’utilizzo (soprattutto per i flussi migratori) delle milizie janjaweed (traducibile in “diavolo sul cavallo con il kalashnikov”) che imperversano in tutti i territori di guerra della martoriata regione, dallo Libia allo Yemen.

Di seguito, il comunicato diramato dalla Comunità.

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Nel terzo anniversario della Gloriosa Rivoluzione di Dicembre continuiamo la lotta, fiduciosi che un cambiamento è possibile, che è possibile la costruzione del nuovo Sudan.

Per noi sudanesi questi tre giorni è l’anniversario della rivoluzione di dicembre, che ha abbattuto il regime di Al-Bashir.

Questo anniversario è oggi, eppure il consiglio dei militari è ancora lì seduto, ad opprimere popolo sudanese.

La volontà del popolo sudanese è stata chiara in diverse occasioni, perchè il popolo non sarà mai stanco di lottare per la sua libertà: nell’ottobre 1964, nell’aprile 1985, a settembre 2013, ad aprile 2019.

Milioni di persone si sono riversate nelle strade di tutte le città sudanesi come fiumi in piena, per resistere alla tirannia e all’oppressione con un valore e un coraggio senza pari, questa è la prova evidente che il popolo sudanese chiede di il cambiamento ed è ancora in lotta.

Come Comunità sudanese celebriamo questi giorni, chiedendo che in Sudan il potere sia restituito al popolo, aprendo la strada all’unità, aprendo la strada ad uno stato democratico che possa accogliere tutti i sudanesi con la loro diversità culturale, religiosa ed etnica.

Chiediamo di fermare, le uccisioni, i rastrellamenti, contro i manifestanti, contro tutto il popolo sudanese. le violazioni dei diritti umani dal 25 ottobre non si sono mai fermate.

Vogliamo quindi ricordare i dispersi e i feriti, il nostro saluto a tutti loro e la nostra piena solidarietà con le loro famiglie in lutto.

Vogliamo condannare quanto sta accadendo in Darfur, dove il genocidio e la politica della terra bruciata continua.

I nostri fratelli e sorelle ci raccontano che non è possibile uscire da El Geneina, che i janjaweed sono alle porte della città e continuano a uccidere e massacrare un territorio che per troppo tempo ha sofferto.

Il 17 novembre sono state uccise 138 persone a Jebel Moon, ne sono state ferite 106, non abbiamo il conto degli stupri.

Erano e sono fratelli e sorelle. 

L’8 dicembre sono state uccise 39 persone a Krindik, non abbiamo il conto dei feriti e degli stupri.

Erano e sono fratelli e sorelle, sono civili.

I feriti continuano ad arrivare negli ospedali e vogliamo ringraziare il lavoro dei medici che supportano i feriti senza sosta.

La lotta continua e la vittoria è certa.

#No milizie di supporto rapido sono una organizzazione terrorista 

#No Movimento islamico

#Disobbedienza  civile generale

#nessuna partnership

#nessun negoziato

#nessun compromesso

#impossibile l’Apostasia

#No militari golpisti al governo

Comunità sudanese in Italia – Roma, 19 dicembre 2021

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