Giovedì 16 Aprile 2015, si è svolta in Regione Lazio la conferenza dei servizi per programmare la fase di gestione post operativa della discarica di Cupinoro. Al tavolo di concertazione hanno partecipato esponenti delle istituzioni interessate: Regione, Comune di Bracciano, Bracciano Ambiente e MIBACT per le istituzioni. A rappresentare i cittadini del territorio c’era il movimento Fermiamo Cupinoro ed un rappresentante di un altro comitato.
La discussione si è incentrata sul progetto presentato alla Regione Lazio dalla Bracciano Ambiente che prevede il rimodellamento delle sponde di una parte della discarica attraverso l’abbancamento di 25.000 mc di rifiuti trattati e inertizzati (FOS) e il posizionamento di materiale impermeabilizzante e inerte al fine di riprofilare una collina sulla quale piantumare.
Ognuna delle istituzioni presenti ha espresso il proprio parere, solo il MIBACT ha chiesto di presentare delle integrazioni che dovranno pervenire alla Regione entro 90 giorni.
Il movimento Fermiamo Cupinoro ha presentato un documento, articolato su 10 punti, nel quale le osservazioni al progetto della Bracciano Ambiente si traducono in esplicite richieste a garanzia della salute pubblica e dell’economia della comunità:
1. Non procedere all’approvazione del progetto presentato dalla Bracciano Ambiente.
2. Avviare una seria valutazione della situazione e programmare una progettazione del capping definitivo in linea con le più elementari regole di recupero ambientale scongiurando ogni ulteriore abbancamento di rifiuti.
3. Inserire nel progetto di capping definitivo anche il ripristino delle aree precedentemente programmate per ulteriori invasi (Vaira) e illegittimamente autorizzate.
4. In sede di approvazione dei PTPR, evitare variazioni dei vincoli esistenti.
5. Controllare gli iter autorizzativi e le varie perizie tecniche redatte dalle varie Amministrazioni competenti.
6. Promuovere un’indagine ambientale che preveda il monitoraggio chimico, fisico e microbiologico su tutte le matrici ambientali (suolo, aria, acqua sotterranea e di superficie) sia in prossimità della discarica che nelle aree adiacenti.
7. Permettere ai Comitati ed alle Amministrazioni locali interessate (Cerveteri), di poter controllare le varie fasi di recupero ambientale, consentendo loro di essere inseriti in un programma gestionale attraverso tecnici di fiducia.
8. Evitare un uso improprio di denaro pubblico per consulenze ingiustificate e destinare invece i fondi al mantenimento dei posti di lavoro del personale in capo alla Bracciano Ambiente.
9. Uscire dalla logica dell’impiantistica prevista per Cupinoro (TMB – Biogas), ed utilizzare le risorse previste per attivare finalmente la Raccolta Differenziata spinta porta a porta.
10 Ripristinare il sito in virtù dei vincoli esistenti e restituirlo alla sua vocazione naturale.
Alle affermazioni della Regione Lazio che sostiene che l’ARPA abbia costantemente monitorato le matrici ambientali, il movimento Fermiamo Cupinoro risponde che a tutt’oggi tali analisi non sono mai state rese note e che non è detto che le stesse abbiano un grado di approfondimento ambientale sufficiente. Non si può pensare di tombare una discarica se prima non si accerta cosa ci sia sotto.
Alle rassicurazioni sulla copertura economica dell’intero progetto, il movimento solleva dubbi anche in base alla pendenza penale su cui la Procura della Repubblica dovrà esprimersi il 22 Aprile e dichiarare o meno il fallimento della società che ha gestito la discarica dal 2004.
Inoltre si è in attesa del responso del TAR in merito alle autorizzazioni (AIA) per la realizzazione dell’impiantistica prevista (TMB – BIOGAS ). Un eventuale parere negativo bloccherebbe il piano industriale sbarrando la strada a chiunque volesse sostituirsi alla attuale società di gestione.
Fermiamo Cupinoro continuerà a seguire ogni passaggio di questa vicenda, a denunciare ogni illecito e ad informare i cittadini di quanto si decide sopra le loro teste affinché si giunga al più presto ad una soluzione definitiva del problema.
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