Sabato sera 5 settembre un gruppo di compagni ha cercato di avvicinarsi al cantiere della Val Clarea. Durante l’iniziativa sono stati arrestati otto compagni. Questi arresti non fermeranno la lotta di chi si oppone alla devastazione di quel territorio e il futuro di tutti.
Per questo ci sentiamo complici e rivendichiamo il diritto alla resistenza attiva contro la militarizzazione del territorio, l’imposizione violenta di una grande opera inutile e dannosa. La lotta contro la Tav ha contribuito a diffondere l’idea di un mondo altro, fondata sulla rassegnazione e la delega alla soluzione del problema. Una lotta che ci indegna cosa significhi non abbassare la testa e il superamento di un dibattito ottuso e strumentale tra legalità e illegalità, tra buoni e cattivi.
Gli arresti di sabato, quelli di Torino per il no a Salvini, i divieti di dimora e l’obbligo di firma nella nostra città, ci parlano di un governo Pd, che attraverso la polizia e la magistratura ha deciso di liquidare il conflitto e l’autoorganizzazione dal basso. Per questa ragione è sempre più urgente e necessario trovare luoghi comuni di discussione e di organizzazione del conflitto.
Libertà per Checco e gli altri arrestati
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