Iniziativa di contestazione questa mattina (ieri 15 ottobre, ndr) al Politecnico di Torino nella giornata di apertura della conferenza di collaborazione tra l’ateneo del capoluogo piemontese e il Technion, l’Israel Institute of Tecnology di Haifa, università che svolge un ruolo di rilievo nella ricerca volta alla creazione di armi e tecnologie per le forze militari israeliane. Per domani alle 12 è previsto un secondo appuntamento di contestazione degli accordi alla mensa del Politecnico (qui l’evento).
Di seguito il testo del volantino con le ragioni della contestazione:
L’università di Torino e il Politecnico hanno stipulato nel 2013 un accordo di collaborazione scientifica con il Technion di Haifa. Il patto ha come scopo di favorire lo scambio tra studenti, ricercatori e professori, partecipare a progetti di ricerca, organizzare corsi, lezioni insieme.
Il Technion o Politecnico di Haifa fu creato ancora prima della fondazione dello stesso Israele, come parte dell’ideologia sionista tesa a stabilire sul territorio istituzioni che la rappresentassero e a far apparire automatica e spontanea l’intenzione della creazione di uno Stato.
In Israele le università non sono soggetti neutrali e apolitici nei confronti dell’occupazione e della politica sionista ma, anzi, sono complici e alleate dello Stato.
Una parte importante della ricerca per le forze di sicurezza viene svolta da istituti accademici e società spesso in collaborazione con l’esercito stesso. Il Technion stesso ha aperto un centro per lo sviluppo dell’elettroottica in partnership con Elbit, una delle più grandi società israeliane di ricerca sulle armi, la quale ha anche elargito delle borse di studio per gli studenti dell’istituto e che ha suoi manager nel consiglio direttivo del Technion.
L’istituto porta avanti progetti di ricerca in collaborazione con le forze di sicurezza, per esempio lo sviluppo del bulldozer telecomandato “D9” usato dall’esercito per demolire le case nei villaggi palestinesi.
La stessa legge israeliana stabilisce che le università abbiano un trattamento speciale nei confronti degli studenti riservisti e nessuna università ha espresso opposizione. Durante la famosa operazione “Piombo Fuso” su Gaza in cui sono morti più di mille palestinesi, il Technion (come altri atenei) ha dato agli studenti riservisti che partecipavano all’operazione benefici accademici maggiori.
Con questi accordi il Politecnico di Torino conferma la sua consapevole collaborazione con l’occupazione militare dei Territori Palestinesi.
Chiediamo a tutti gli studenti, a tutti i cittadini, di rifiutare di collaborare con istituti accademici che perpetuano l’occupazione della Palestina di chiedere a gran voce la revoca degli accordi.
Studenti e lavoratori torinesi contro la collaborazione tra Politecnico e il Technion
Fonte: InfoAut
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