Tra chi si occupa di media e politica, o di intrecci pericoloso tra mattatori del piccolo schermo e “impresari” politici, gente come Giletti viene classificata nella stessa categoria di Bruno Vespa: “consapevoli di chi è l’azionista di riferimento”, ovvero pronti ad obbedire a chi comanda.
Perciò la sua ultima sortita nel programma “L’arena”, domenica pomeriggio su RaiUno, è suonata come un preavviso di attacco renziano a uno degli ultimi grandi Comuni italiani non ancora sotto il controllo di un fedelissimo o si un prefetto: “Napoli è una città indecorosa”.
Solita esibizione di luoghi comuni (“la spazzatura nelle strade”, “i cittadini onesti di Napoli stanno ancora aspettando che si pulisca”, senza neanche ricordarsi di quando arrivava al primo piano delle case, durante la consiliatura di Rosa Russo Iervolino, nel 2008), sfuriata contro l’ospite che gli contesta superficialità e campanilismo (per non dire di peggio), senza alcuna giustificazione plausibile visto che com’era andata fin lì la manifestazione.
Inevitabile la reazione di “Giggino” De Magistris, che certo non aveva bisogno di questa sortita per sapere quanto fastidio dia la sua presenza all’inquilino di palazzo Chigi:
“La coppia Giletti-Salvini prima di parlare di Napoli dovrebbe sciacquarsi la bocca perché la nostra storia e la nostra cultura sono un fatto noto a tutti. In questi anni la nostra città si sta riscattando da sola e non siamo abituati a piangerci addosso. Prendiamo atto di quanto è stato affermato in trasmissione e speriamo che i vertici del servizio pubblico si dissocino al più presto da quelle affermazioni”.
“Adesso tocca a noi. Continueremo a fare il nostro lavoro, e speriamo che il pluralismo sia mantenuto anche in una situazione in cui – a mio avviso – è stato lanciato un vero attacco premeditato”.
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