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Un’assurda decisione del Comune di Napoli contro i diritti delle donne

La decisione del Comune di Napoli di presentare la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare contro l’aborto, promossa dall’Associazione “Ora et labora in difesa della vita”, è un atto vergognoso e gravissimo.

È inaccettabile che, in una città che si è sempre contraddistinta per la difesa dei diritti delle donne, si cerca di mettere in discussione un diritto fondamentale che garantisce loro la “libertà” di scegliere in materia di aborto.

Ci troviamo di fronte all’ennesimo attacco che intende minare alla radice la legge 194/78 e svuotarla di efficacia. A Napoli, “Città delle donne” grazie ad un atto di indirizzo politico approvato dalla scorsa amministrazione, sta accadendo ciò che nelle regioni amministrate dalla destra si sta cercando di mettere in atto da tempo: “criminalizzare” le donne che scelgono di ricorrere all’interruzione volontaria di gravidanza.

È l’ennesima pratica violenta che viene messa in campo a danno delle donne e del loro diritto non solo di abortire ma di autodeterminazione sui loro corpi.

La proposta, che prevede l’introduzione dell’obbligo da parte dei medici di far ascoltare il battito cardiaco alla donna che intende abortire, non solo è vergognosa ma lede la dignità delle donne perché re-introduce la cultura della colpa e dello stigma.

Si tratta di una scelta politica in controtendenza rispetto al passato che, oltre a rappresentare un allarmante passo indietro nella promozione della libertà e dell’autodeterminazione delle donne, mina la fiducia nelle istituzioni locali che per prime dovrebbero difendere e promuovere tali diritti.

La libertà di scelta in materia di aborto è un diritto fondamentale che non dovrebbe mai essere messo in discussione ma, soprattutto, non può essere oggetto di attacchi da parte delle istituzioni. Garantire alle donne la libertà di prendere decisioni consapevoli e responsabili riguardo alla propria salute riproduttiva, dovrebbe essere una priorità per le istituzioni a tutti i livelli decisionali.

Un sindaco dovrebbe rappresentare tutta la propria comunità, incluse le donne. Invece di promuovere una legge di iniziativa popolare per modificare la Legge 194, che offende le donne, il sindaco Manfredi potrebbe adoperarsi per garantire alle donne l’accesso a servizi di aborto sicuri, informazione accurata e supporto nelle decisioni che riguardano la loro salute riproduttiva.

Forse il sindaco non sa che una modifica della 194 metterebbe a rischio la sicurezza delle donne, costringendole a cercare soluzioni pericolose e clandestine che mettono in pericolo la loro salute e la loro vita.

Sull’accesso all’aborto sicuro, sul diritto a decidere se essere madri e quando, sulla difesa della salute delle donne, non sono ammissibili passi indietro. Sulle libertà delle donne, sui loro diritti, non si torna indietro, a dispetto di chi scatena campagne ideologiche contro una legge che le donne hanno difeso, votando in maggioranza contro l’abrogazione 42 anni fa.

Chiediamo al sindaco della terza città d’Italia di fare passi avanti per sostenere la IVG farmacologica come accade negli altri paesi europei. Abbiamo la responsabilità di combattere gli attacchi alla Legge 194 e lavorare per preservare il diritto delle donne di scegliere ciò che è meglio per loro e per il loro corpo. È un impegno a favore della libertà, della giustizia e della dignità delle donne.

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